Donetsk, ucciso in un attentato il leader dei separatisti filorussi Zakharchenko
Alexander Zakharchenko, capo dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, una delle repubbliche separatiste del Donbass, è rimasto ucciso in un’esplosione avvenuta presso il bar Separ, situato nel centro della città, in quello che sembra essere un attentato.
L’amministrazione della repubblica popolare, riporta la testata giornalistica Tass, avrebbe confermato la morte del separatista filorusso precisando che si tratta di un “attentato”. Nell’esplosione sarebbe rimasto ferito anche il ministro delle Finanze Alexander Timofeyev.
“Vi è ogni ragione di credere che dietro all’assassinio di Alexander Zakharchenko c’è il regime di Kiev“, è stato il commento della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che aggiunge “Non avendo onorato l’impegno per la pace, sembra che abbiano deciso di optare per un bagno di sangue“. La portavoce ha poi sottolineato la necessità di condurre un’inchiesta autonoma sulla vicenda.
Zakharchenko, dopo aver combattuto al fronte, era stato nominato primo ministro dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk l’8 agosto 2014.
Il 2 novembre dello stesso anno era stato eletto presidente con il 75% dei consensi. Nel febbraio 2015 rappresentò la Repubblica Popolare di Doneck nelle trattative per la stipula del trattato di pace di Minsk II, dichiarando una vittoria per le repubbliche di Donetsk e di Lugansk, conseguentemente all’esito della battaglia di Debaltsevo; in questa battaglia l’esercito ucraino venne accerchiato e dovette ritirarsi dopo sanguinosi combattimenti lasciando in mano ai separatisti enormi quantità di mezzi e munizioni.
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