Mi chiamo Don Palmiro Prisutto e sono il parroco della diocesi di Augusta, in Sicilia, da quattro anni tengo una lista di nomi morti di tumore.
Comincia così una lettera di Don Prisutto: “Da quattro lunghissimi anni tengo una lista di nomi molto particolare: la lista dei morti di tumore di Augusta. In questa zona della Sicilia stiamo morendo; moriamo di puzza, moriamo di inquinamento, moriamo di tumore. L’incidenza del cancro qui è molto più alta della media nazionale e nonostante le nostre richieste di aiuto le istituzioni rimangono sorde ai nostri appelli e non ci resta che seppellire i nostri cari, i nostri fratelli, le nostre sorelle. Qui ad Augusta le aziende del petrolchimico da anni zittiscono i cittadini e ostacolano il confronto, il nostro diritto alla salute e ad un ambiente più pulito. Vi chiedo a nome mio e di tutti quanti stanno soffrendo di unirvi a questo appello affinché le istituzioni finalmente si attivino per attuare una transizione ecologica in questo lembo di Sicilia e per migliorare il monitoraggio della qualità dell’aria. Vi ringrazio di cuore”.
L’arciprete di Augusta Don Palmiro è impegnato da anni in una, a volte aspra, battaglia ambientalista che lo ha portato talvolta a contrasti con le istituzioni, in passato anche ecclesiali, in un territorio segnato dalla presenza di uno dei maggiori petrolchimici d’Europa. Dopo avere scritto l’anno scorso al Vaticano era arrivato da Papa Francesco l’auspicio per un miglioramento delle condizioni di vita della zona nell’ottica di uno sviluppo “sostenibile”.
Don Prisutto ha anche scritto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, rincuorato dalla nomina dell’alto ufficiale dei Carabinieri della Forestale e noto per aver indagato in Campania sulle ecomafie e “Terra dei fuochi”, affinché faccia “un gesto significativo” e spenda un po’ del suo tempo per vedere da vicino la realtà del triangolo industriale di Augusta e conoscere, dalle parole dei suoi residenti che vivono sulla propria pelle tutti i giorni, la questione ambientale.
L’arciprete, la cui azione di protesta è nota a livello anche internazionale ed è stata anche ripresa dalla procura di Siracusa, ha evidenziato al Ministro che “sul caso Augusta-Priolo-Melilli esiste ormai una letteratura storica del disastro ambientale procurato in questi 70 anni. Non sto qui a riscrivere quanto è già noto a tutti, ma chiederei a lei di venirci a trovare al fine di valutare di persona la gravità della situazione”.
A
dduso Sebastiano
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