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Don Diego Rota, gli incontri anche davanti a una chiesa: Solza piomba nell’incubo

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Solza, 12 febbraio 2016 – Quando i carabinieri mercoledì all’alba si sono presentati alla sua porta e gli hanno notificato il provvedimento di custodia cautelaredon Diego Rota ha capito e si è chiuso nel silenzio. Parroco da qualche anno nel paese di Solza, ora è ai domiciliari con l’accusa di aver consumato rapporti sessuali a pagamento con alcuni ragazzini tra i 15 e i 17 anni di età. Gli ultimi incontri erano avvenuti solo poche settimane fa. Si faceva chiamare Marco e la prima volta aveva adescato due dei cinque ragazzini coinvolti nell’inchiesta nei pressi del cimitero di Bergamo. Per consumare, anche il piazzale antistante una chiesa della provincia. Con i minori si era intrattenuto per almeno sette volte e per ogni incontro pagava 20 euro. A Solza, don Diego nel 2012 era arrivato a bordo di una 500 d’epoca color azzurro salutando i fedeli affacciato dal tettuccio apribile dell’auto. Ora spesso si faceva vedere al volante di un potente Suv nero. «Il lusso non gli dispiaceva», raccontano gli investigatori che mercoledì lo hanno arrestato. A due dei ragazzini coinvolti aveva comprato un cellulare spendendo circa 400 euro. Non un regalo, come hanno appurato gli inquirenti, ma una sorta di cambiale che i due giovanissimi dovevano pagare con rapporti sessuali.

“Un giorno – ha raccontato agli inquirenti uno dei ragazzini – ho visto mio fratello a bordo dell‘auto di “Marco” nei pressi di un negozio. L‘ho immediatamente fatto scendere strattonandolo”. Don Diego aveva capito che il cerchio intorno a lui si stava chiudendo e quando gli inquirenti avevano convocato uno dei ragazzini per interrogarlo lo aveva contattato dicendogli di cancellare tutte le loro conversazioni dai cellulari. Troppo tardi. In Curia, a Bergamo, la notizia del suo arresto ha creato scompiglio. «Come facciamo per la messa delle Ceneri? – sarebbe stata questa la domanda posta dal vescovo Beschi agli inquirenti che lo avevano messo al corrente dell’arresto – A seguito di questo provvedimento restrittivo nominiamo un amministratore parrocchiale per garantire il servizio alla comunità parrocchiale di Solza».

Intanto i cittadini di Solza hanno accolto la notizia dell’arresto con sgomento. Per gli abitanti don Diego era «una persona seria, che non ha mai mostrato alcun atteggiamento con gli adolescenti che potesse dare adito a dubbi o solo a voci particolari», racconta una signora in piazza. «Il suo arresto ci coglie tutti di sorpresa e quasi stentiamo a crederci – conferma Pierangelo Manzoni, il vicesindaco – La comunità è ora scossa anche perchè l’accusa è molto grave». Tutti ricordano don Rota soprattutto per i lavori di ristrutturazione della chiesa e per la sua devozione alla Madonna, che si traduceva in frequenti pellegrinaggi ai santuari: «Medjugorie e Assisi sono la sua passione – dicono al bar Piper, vicino alla chiesa – Ne organizza più di uno al mese e addirittura è capitato che fosse lui a guidare il pullman. Comunque ci è sempre apparso come una persona seria, persino rigorosa». Nessuno, insomma, ha mai notato atteggiamenti ambigui da parte del parroco, nemmeno le suore Orsoline che gestiscono la scuola dell’infanzia e che si limitano a dire: «Siamo sconvolte e preghiamo per don Rota».

Così il sindaco Maria Carla Rocca, che è anche assessore ai servizi sociali: «Non mi sono giunte voci strane in questa direzione. Il mio sostegno va ora alle giovani vittime di questo giro di prostituzione. L’altro pensiero va alla nostra comunità che è profondamente scossa: il parroco è una figura di riferimento etica e morale e la gente è spiazzata. Ho sentito le collaboratrici dell’oratorio: sono tutte affrante e incredule. La giustizia farà il suo corso ma la ferita ora c’è e sarà difficile rimarginarla».

di PAOLO CITTADINI e GIUSEPPE PURCARO / ilgiorno

 

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