Docente di Scafati indagato per terrorismo: la Cassazione conferma il sequestro di materiale informatico e una sim che lo collegherebbero ad una cellula smantellata a Bari nel marzo 2018
Il suo nome era finito in un’inchiesta che, nel marzo 2018, aveva portato in carcere un egiziano di 59 anni con l’accusa di terrorismo. Ieri, i giudici della Cassazione hanno negato a un docente 54enne originario di Scafati il dissequestro del materiale informatico, libri in lingua araba e una sim card che lo collegherebbero a una cellula terroristica smantellata a Bari lo scorso anno.
Nel ricorso, l’avvocato del docente scafatese aveva sostenuto che l’uomo non si è mai convertito all’Islam e che non aveva legami di parentela con uno degli indagati.
Gli inquirenti erano giunti al lui sia grazie ad una telefonata intercettata tra due indagati dell’inchiesta, sia a un gruppo Whatsapp denominato “ragazze di famiglia” che, secondo la versione sostenuta dal docente, sarebbe stato utilizzato solo per comunicazioni tra parenti.
Per la Cassazione, invece, in quella conversazione fu pubblicato anche un video, poi cancellato, da uno dei partecipanti in cui vi sarebbero elementi propagandistici. Al vaglio ci sarebbero anche altri contatti tra il docente e uno degli indagati. I giudici della Cassazione hanno quindi ritenuto opportuno sostenere la decisione del Riesame di Bari che aveva evidenziato “l’obiettiva sussistenza di elementi indizianti preesistenti e spiegando anche la diretta funzionalità del sequestro per l’accertamento dei fatti“.
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