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arco Cappato rischia fino a 12 anni di carcere per aver aiutato Dj Fabo a morire. L’esponente dell’Associazione Luca Coscioni per cui la Procura aveva chiesto l’archiviazione poi impugnata, è pronto per il processo che lo vede accusato di istigazione al suicidio: «Mi sono autodenunciato perchè ci deve essere un’assunzione di responsabilità. Ho chiesto di andare a processo con rito immediato perchè è un’occasione per verificare quali sono i diritti di scelta di chi vuole interrompere la propria sofferenza ma anche di chi vuole continuare con le terapie».
RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE
Nella richiesta di archiviazione dello scorso luglio, i pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini parlavano di un vero e proprio “diritto a una morte dignitosa”. Il diritto alla dignità – secondo i pm – deve prevalere sul diritto alla vita. Dj Fabo era diventato cieco e tetraplegico a seguito di un incidente e aveva più volte chiesto aiuto per porre fine a quella vita divenuta insopportabile e non più degna di essere vissuta. Per il giudice Gargiulo, invece, questo diritto al suicidio o “a morire con dignità” non esiste perchè non è previsto dal’ordinamento italiano.
IL PROCESSO E IL VIDEO CHOC
I pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini hanno ottenuto il permesso di proiettare il video choc dell’intervista rilasciata da dj Fabo a ‘Le Iene’. Nel giorno in cui si apre il processo, l’associazione Luca Coscioni ha dato vita a una “campagna sul web con l’hashtag #ConCappato, per quanti vorranno sostenere simbolicamente sui social o più concretamente con una donazione sul sito concappato.associazionelucacoscioni.it la coraggiosa azione legale”.
Il processo potrebbe arrivare a sentenza già tra gennaio e febbraio, dopo le due udienze fissate per il 4 e il 13 dicembre dedicate all’ascolto dei pochi testimoni, tra cui anche il medico-anestesista Mario Riccio che seguì il caso Welby, la madre e la fidanzata di Antoniani, e alla proiezione del video choc.
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