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Diritti all’autonomia, istituita la “disability card” per l’inclusione VIDEO

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Diritti all’autonomia, alla cittadinanza attiva e a progetti di vita indipendente sono i presupposti su cui basare la “nuova vita” delle persone disabili secondo il Governo. Conte istituisce una carta per attestare la condizione di diversità, ma la chiama “disability card”. Non è mai troppa l’attenzione riservata alle parole. VIDEO e TRASCRIZIONE del discorso di Conte.

Diritti all’autonomia, istituita la “disability card” per l’inclusione

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ella giornata di ieri, il Premier Giuseppe Conte ha presenziato all’incontro organizzato dalla Commissione straordinaria “diritti umani” del Senato. Si tratta di un insieme di senatori e senatrici (tra cui Emma Bonino) che hanno approvato all’unanimità una risoluzione in tema di disabilità: problematiche, proposte e prospettive. Tra questi, i diritti all’autonomia delle persone con disabilità.

L’assunzione di responsabilità da parte del governo, attraverso le parole di Conte, sembra totale. “Il Governo condivide assolutamente tutte le vostre sottolineature, le vostre considerazioni, e ovviamente si impegna a raccogliere tutte le sollecitazioni, tecnicamente veri e propri impegni, che avete riassunto e condiviso tutte insieme e tutti insieme”.

In primo piano, l’approfondimento, il monitoraggio e la vigilanza sul rispetto dei diritti inviolabili dell’individuo, nonché la sensibilizzazione culturale e l’apertura verso la società civile. I temi ricordati da Conte sono l’eliminazione delle barriere architettoniche, la didattica d’inclusione (favorita, attraverso il decreto “Ristori” dal commodato d’uso di dispositivi per la DAD e dall’assunzione di personale formato tramite TFA), per promuove il benessere, una vita libera e dignitosa delle persone con disabilità.

Ma disabilità è sinonimo di diversità e, nonostante le premesse del Premier, anche il suo discorso – votato alla correttezza e alla risoluzione della problematica – non può fare a meno di sottolinearlo. È stata istituita, infatti, l’erogazione di una carta, strumento d’accesso agevolato a beni e servizi.

Il nome, neanche a farlo di proposito (o, forse, sì): disability card.

“Mi piace anche menzionare l’iniziativa della disability card. Ho da poco firmato il DPCM che la istituisce, o meglio che fissa i criteri e le modalità di rilascio. Nella versione italiana, peraltro, questa Carta non sarà solo uno strumento di accesso agevolato a beni e servizi, ma sarà solo uno strumento per attestare la propria condizione di disabilità”.

Nulla da dire sulla necessità di un servizio del genere: è bene riconoscere la condizione di fondo di chi vive lo svantaggio di una disabilità. Ma se il governo, insieme ai vari Comitati, di chiara di muoversi nella direzione non dell’accettazione, non dell’inclusione, ma di una vera e propria promozione dei diritti alla vita (ad una vita dignitosa, tra l’altro), dichiara, implicitamente, che accettazione e inclusione siano obiettivi già raggiunti dalla comunità.

Ma è davvero così? La risposta arriva dal Premier stesso.

“Durante questi mesi è emerso anche un approccio, un sistema basato sulla “protezione” e sulla “cura” tende a costruire, un poco delle politiche “speciali”, dei “luoghi e percorsi speciali”, e questo però finisce per separare, per allontanare le persone con disabilità dalle comunità, e finisce per renderle anche a invisibili, non pienamente partecipi come vuole anche la nostra Costituzione delle organizzazioni di vita sociale, politica, economica, culturale, che evidentemente è alla base del concetto di cittadinanza attiva”.

Le problematiche sollevate dal Premier (e, in prospettiva, già risolte) fanno riferimento, inoltre, all’erogazione più celere di protesi e ausili: strumenti fondamentali per il raggiungimento dell’autonomia da parte delle persone con disabilità.

L’impegno in questo senso è di una stretta collaborazione con il Ministero della Salute: “Occorre assicurare la periodica revisione della nomenclatura e su questo mi impegno assolutamente con il Ministro della Salute in modo da favorire il progetto di vita indipendente e l’effettiva, dignitosa, partecipazione alla vita attiva delle persone con disabilità rispetto alla comunità di appartenenza. Qui dobbiamo ovviamente recuperare i ritardi che si sono accumulati e favorire a livello territoriale l’equo e effettivo accesso a protesi e ausili secondo principi di efficienza e appropriatezza”.

Le misure, ricorda il premier, sono frutto di impegno del Governo, del Parlamento, ma anche delle associazioni di settore e delle famiglie, sempre presenti. “Certamente [le famiglie] devono essere potenziate e inscritte in un programma ambizioso di politiche trasversali prioritariamente dirette – secondo il dettato della Carta costituzionale – alla rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona, dell’individualità e della singolarità e in questo caso delle persone con disabilità la loro effettiva inclusione e partecipazione alla vita del Paese”.

Ottimi presupposti quelli su cui sembra basarsi l’azione del Governo, ma solo di presupposti si parla. Sarebbe un errore considerare “già fatto” il lavoro che ancora deve avvenire.

Lorenza Sabatino

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