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Dipendenti Wind Tre sul piede di guerra: no all’esternalizzazione che provocherà 900 licenziamenti

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Dipendenti Wind Tre contro l’esternalizzazione che mette a rischio 900 posti di lavoro. Sabato 27 maggio sit-in dei dipendenti a Viale Europa

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oma-  900 posti di lavoro a rischio, 900 famiglie che potrebbero trovarsi in poco tempo senza più occupazione. Irrompe come un fulmine a ciel sereno la decisione della Wind Tre di esternalizzare il customer service consumer, una scelta che inevitabilmente ricadrà su 900 lavoratori attualmente in forza nelle sedi di ROMA, GENOVA, CAGLIARI e PALERMO.

Immagine dal web

Lunedì 22 maggio è arrivata la comunicazione ufficiale alle rappresentanze sindacali di CGIL,CISL E UIL: il nuovo gestore WIND Tre (nato dalla recente fusione  di 3 e WIND), intende procedere alla totale esternalizzazione del customer service del segmento consumer (ovvero il mercato privato).

Eppure risulta incomprensibile tale scelta soprattutto a fronte di una dichiarazione rilasciata dall’azienda a dicembre 2016 ai margini di un incontro con i sindacati: “Sul perimetro interno l’azienda conferma la forte responsabilità del management a tutti i livelli per garantire al meglio l’occupazione della neoazienda, ribadendo che al momento non vi sono indicazioni di preoccupazione per l’intero perimetro occupazionale interno”.

(fonte: http://www.mondomobileweb.it/60291-fusione-wind-tre-incontro-positivo-tra-i-sindacati-ela-nuova-joint-venture/)

Questa decisione ha completamente disatteso quanto comunicato ed effettuato dall’azienda sin dall’indomani dell’avvenuta fusione. L’azienda, infatti, in qualunque incontro con i rappresentanti dei lavoratori ha sempre ribadito, per mezzo di importanti figure dirigenziali, che la nascita di quello che di fatto è  diventato il primo gestore di telefonia mobile in Italia, avrebbe garantito non solo il  mantenimento degli attuali posti di lavoro, ma addirittura ne avrebbe creato di nuovi”. Questo è quanto riportato da un rappresentante sindacale dei dipendenti Wind Tre.

A febbraio  2017 risulta infatti stipulato un accordo di armonizzazione con i sindacati (finalizzato a riunire in un unico contratto i due contratti di secondo livello di H3G e WIND), nonché il protocollo di intesa tra  i committenti di attività di Contact Center e il MISE a cui WIND 3 ha aderito, i quali non davano adito ad alcuna intenzione di cedere all’esterno il customer service o qualunque altra attività aziendale.

La decisione di esternalizzare il customer service consumer, ha quindi, non solo lasciato allibiti i sindacati, ma ha gettato nel più profondo sconforto 900 lavoratori e le loro famiglie, giustamente preoccupati per il mantenimento del loro posto di lavoro.

Parliamo di 900 persone tra cui c’è anche chi lavora in H3 GITALIA sin dal 2002, la cui età media va dai 30 ai 45 anni, molti dei quali hanno coniugi, figlio, genitori anziani da accudire. In tale contesto risultano poco efficaci le rassicurazioni dell’azienda che afferma di voler garantire con l’esternalizzazione ‘gli attuali perimetri occupazionali’- prosegue in una nota il sindacalista– “Le recenti esperienze di esternalizzazione di 913 dipendenti VODAFONE in COMDATA, o di ALMAVIVA che solo pochi mesi fa ha chiuso la sede di ROMA con la perdita di 1600 posti di lavoro, dimostrano come le cessioni del ramo di azienda si traducano spesso – nel breve/medio termine- in licenziamenti, conflitti legali tra i dipendenti ceduti e la loro ex azienda (vedi caso VODAFONE costretta dai giudici italiani a re-integrare parte dei dipendenti esternalizzati) o peggioramenti delle con dizioni lavorative”.

“La decisione di WIND 3 di procedere all’esternalizzazione del Customer Service Consumer appare del tutto insensata alla luce delle precedenti considerazioni – che dimostrano come la cessione del ramo d’azienda si dimostri controproducente sia in termini di mantenimento dei posti di lavoro sia in termini di qualità del lavoro –ma non risulta neanche giustificata dall’attuale situazione economica della neo azienda che vanta essa stessa una solido equilibrio finanziario”.

Intanto è partito sui social il tam tam contro l’insensata decisione della Wind Tre: sabato 27 maggio, al grido di “FERMIAMO LE ESTERNALIZZAZIONI”, tutti i dipendenti Wind Tre del Viale Europa, presidieranno il negozio Tre e faranno volantinaggio per sensibilizzare i clienti Tre. L’appuntamento è alle 17.30 a Roma, Largo Apollinaire (zona Eur).

*********

Riportiamo i dati pubblicati da Wind Tre dai quali emerge una decisiva crescita, relativa ai Ricavi, che non motiva la scellerata decisione.

Wind Tre, primo trimestre 2017 in crescita: Ricavi+2,1%,EBITDA*+9,7%

Principali risultati consolidati al 31 marzo 2017

 Ricavi totali in crescita del 2,1% a 1.552milioni di euro

-Ricavi da servizi mobili a 1.048milioni di euro,+0,4% al netto dell’effetto dell’anno bisestile

-Ricavi da servizi del fisso a 269 milioni di euro, in aumento del 2,3%

-Segmento internet in continua crescita: ricavimobile+12,1%con clienti+5,0%,ricavi fisso+8,6% con  clienti broad band+2,4%

-EBITDA* pari a 517milionidieuro,inaumentodel9,7%

-Sinergie nel primo trimestre in linea con le attese, confermati in oltre i target previsti nel piano

-Generazione di cassa operativa pari a circa 277milioni di euro nel primo trimestre

-Wind Tre anticipa l’applicazione delle nuove disposizioni UE in materia di roaming

Moody’sm liorail rating assegnato a Wind Tre affermando un“outlook” positivo

Fonte: http://www.windtre.it/

Dichiarazioni dell’AD Maximo Ibarra relative al Primo trimestre 2017:

 “Il primo trimestre è decisamente positivo per il gruppo Wind Tre: il fatturato complessivo è aumentato del 2,1% assestandosi a 1.552 milioni di euro, con un Ebitda (utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti) di 517 milioni pari a un +9,7%. 

L’azienda parte quindi col piede giusto e prosegue nel processo di integrazione tra le due realtà, processo già avviato e in rapido divenire. Ciò nonostante, l’azienda mantiene i due brand separati e può contare su buone performance nel settore della connettività fissa e soprattutto dell’internet mobile, dove l’aumento di fatturato è stato del 12,1%. Da segnalare tra l’altro, come riportato in precedenti approfondimenti, che il gruppo Wind Tre si è già adeguato (su entrambe le reti) all’abolizione dei costi di roaming decisa dall’UE e in esercizio per tutti gli operatori dal prossimo 15 giugno. I clienti del gruppo Wind Tre sono attualmente 30,9 milioni, con una leggera flessione dai 31,3 milioni del trimestre precedente: la quota di mercato rimane comunque da leader assoluto con il 37% a livello nazionale e 30,9 milioni di clienti nel settore mobile”.

Maria D’Auria

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