<strong>Molto raro che un Paese decida di non dare corso a un mandato di arresto europeo. Le motivazioni del Tribunale di Atene non sono ancora note.
La magistratura greca ha negato l’estradizione di due dei cinque antagonisti destinatari di un ordine di arresto per i disordini del Primo Maggio a Milano,giorno dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale. Durante una manifestazione indetta dai No Expo, un gruppo consistente di black bloc si staccò dal corteo e mise a ferro e fuoco parte del centro della città incendiando negozi e distruggendo vetrine causando milioni di euro di danni.
L’estradizione era stata chiesta dai magistrati di Milano sulla base di un Mae (mandato di estradizione europeo) ed è molto raro che un Paese decida di non dare corso a una richiesta del genere. Per quanto concerne gli altri tre arrestati, l’orientamento della magistratura greca sembra essere quello di negare anche per loro l’estradizione. Gli arresti erano avvenuti sulla base dei filmati sugli incidenti visionati dalla Digos. Il provvedimento di arresto era stato firmato il 12 novembre dal gip di Milano, Donatella Banci Buonamici.
L’ordinanza citava vari reati: resistenza aggravata dal numero di persone e dall’utilizzo di armi improprie, devastazione, saccheggio, incendio e travisamento. Uno di loro, Alexandros Kouros, ritenuto dai magistrati milanesi come il più pericoloso e violento del gruppo, doveva rispondendere anche di utilizzo di armi improprie perchè, durante le azioni di guerriglia, avrebbe brandito un martello. In seguito, dopo una prima fase di carcerazione, i giudici ateniesi avevano concesso loro la libertà provvisoria con l’obbligo di firma presso le autorità locali in attesa di una decisione sulla loro sorte.
Lo scorso 10 dicembre, invece, due dei quattro antagonisti italiani arrestati, difesi dai legali Eugenio Losco, e cioé Mauro Straini e Niccolò Vecchioni, erano stati scarcerati e avevano ottenuto i domiciliari su decisione del Tribunale del Riesame di Milano.
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