A Palermo dei giovani malgrado la non autorizzazione, avevano pure utilizzato altoparlanti non consentiti e bloccato la strada.
Alle prime luci dell’alba, personale del Commissariato di P.S. Zisa-Borgo Nuovo a Palermo ha dato esecuzione a tre misure cautelari disposte dal GIP su richiesta del Proc. Aggiunto Ennio Petrigni e del Sost. Proc. Giorgia Spiri, a conclusione di articolate attività investigative esperite lo scorso mese di giugno, con il coordinamento della Squadra Mobile.
In particolare, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di R.G., 24enne palermitano, nonché l’obbligo di presentazione ogni giorno alla P.G., compresi i festivi, tra le ore 16.00 e le ore 18.00, nei confronti di altri due giovani palermitani: D. M.N., di anni 29, e I.S.,di anni 23.
Confermato il quadro probatorio che ha consentito di ritenere i tre giovani responsabili dei reati di cui agli artt. 110, 61 n.2 e n. 10 e 605 cp per aver privato della libertà personale, in concorso tra loro e con altri soggetti non identificati, tre operatori di Polizia, richiudendoli all’interno di una scuola, ove erano entrati costretti a trovare riparo per sottrarsi alle violenze e minacce subite, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di eseguirne un altro ed averlo commesso nei confronti di Pubblici Ufficiali.
Per i tre soggetti e per altri 5 indagati (cui non è stata applicata misura cautelare) sono stati ravvisati i reati di cui agli artt. 110, 112 n.4, 336 cp., per avere, in concorso tra loro e con altri soggetti non identificati, usato violenza e minaccia nei confronti di Pubblici Ufficiali; gli artt. 110, 582, 585 (in relazione all’art. 576 e 61 n.2) cp. per aver colpito, in concorso tra loro e con altri soggetti non identificati, due operatori di Polizia con calci e spintoni, cagionando loro una lesione personale dalla quale derivava una malattia guaribile in sei giorni per ognuno di essi, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di eseguirne un altro.
I fatti che stanno alla base della triste vicenda traggono origine dalle esequie del giovane CARDOVINO Agostino, deceduto in un sinistro stradale lo scorso 20 giugno.
Il successivo 21, personale del Commissariato di P.S. “Zisa- Borgonuovo” era impegnato in un servizio di ordine pubblico organizzato in occasione dei funerali della sfortunata giovane vittima, per prevenire eventuali turbative derivanti dal rilevante numero di persone che si paventava potesse partecipare e finalizzato, altresì, ad accertare il rispetto delle prescrizioni imposte dal D.P.C.M. per fronteggiare l’emergenza epidemiologica e sanitaria in corso.
Durante quel servizio – nel corso del quale circa 1000 persone hanno effettuato un corteo funebre non autorizzato, utilizzando diffusori acustici non consentiti e bloccando l’intera sede stradale, anche grazie all’utilizzo di numerosissimi ciclomotori – lo stesso personale aveva notato esplodere dei fuochi d’artificio nelle immediate vicinanze dell’abitazione del de cuius, riconoscendo uno dei tre soggetti visti fuggire immediatamente dopo quell’azione, anch’egli tra i denunciati.
L’attività di osservazione posta in essere dai poliziotti aveva permesso di rilevare, inoltre, che da un portone di via Eredia vi fosse un sospetto “via vai” di persone; approfittando quindi di qualche attimo di distrazione, gli operatori erano entrati e avevano rinvenuto nel sottoscala 4 scatole di giochi pirotecnici ancora confezionate; pericoloso materiale che era stato sequestrato e portato via immediatamente dai luoghi interessati.
Quando il corteo funebre era arrivato in via Eredia, un gruppo di persone, per lo più giovani e capeggiati da R.G., avendo notato che i fuochi erano stati prelevati e sequestrati, aveva abbandonato il corteo ed inscenato una violenta rivolta verso i poliziotti; questi ultimi erano stati costretti a più riprese verso il muro e colpiti con calci, pugni e spintoni. Due di essi erano quindi rimasti feriti, con una prognosi di 6 giorni ciascuno.
Quando gli operatori erano riusciti a sottrarsi alla gratuita violenza, tre di loro avevano trovato riparo all’interno dell’Istituto “De Amicis” di via Rosso di San Secondo; lì, però, erano stati sequestrati da parte dei tre giovani per circa 15 minuti, durante i quali avevano subìto minacce di morte, in quanto additati di essere “colpevoli” di aver rovinato la “festa”. L’obiettivo dei tre soggetti, infatti, era quello di riottenere il materiale sequestrato, sì da poter concludere quanto iniziato. L’azione delittuosa era stata interrotta solo dal sopraggiungere dei mezzi del Reparto Mobile e del restante personale che, in forza, aveva dovuto irrompere e mettere in fuga i tre malviventi.
O
ltre ai tre palermitani, sono stati indagati per gli stessi fatti anche altre 5 persone, non sottoposte a misura cautelare.
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