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Castellammare di Stabia

De Laurentiis contro tutti: “Var, arbitri ed Europa è ora di cambiare le regole. Inter-Juve non ha alterato nulla”

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Le sue parole

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inque giorni di silenzio quasi assoluto e poi Aurelio De Laurentiis è uscito allo scoperto e ha parlato di tutto: da Inter-Juventus in poi, senza negarsi nulla, analizzando al microscopio tutto quello che sta succedendo intorno al sogno scudetto del «suo» Napoli, difeso attaccando il football da Calciopoli in qua.

È arrabbiato, De Laurentiis? «Premessa: io non mi sono sentito derubato sabato ma ci sono state altre partite, in passato, in cui la Var è stata utilizzata in maniera pessima. Ma Fiorentina-Napoli non è stata psicologicamente decisa a San Siro. Noi quest’anno abbiamo cominciato il 16 agosto, con i preliminari, e forse è finito il carburante. Ma…»

Ma Inter-Juve ha scatenato l’universo partenopeo. «Il campionato non è stato alterato in Inter-Juve, quando sono successe tante cose, un’espulsione in avvio, i cambi alla fine che non hanno dato ai nerazzurri quello che magari loro stessi si aspettavano. Anche le scelte nelle sostituzioni possono incidere, perché magari chi entra non ti dà quello che chiedi. Io non mi sono sentito scippato, sono sportivo e sto al gioco. Ma se dobbiamo tirar fuori le pistole e metterle sul tavolo non ci sto».

Cosa vuol dire? «Che dobbiamo cambiare le regole, perché altrimenti disilludiamo i nostri figli e facciamo sì che i giovani non vengano più allo stadio». La Var le piace sempre? «Resto un sostenitore, la Var è un salva vite, ma deve essere giudice inappellabile, senza arbitri o ex arbitri in cabina di regia. Servono uomini al di sopra di qualsiasi sospetto». Orsato l’ha scioccato? «Allargo il discorso: all’arbitro vanno sottratte alcune responsabilità, la Var deve essere controllo matematico. L’ultima decisione. E gli allenatori devono poterla richiedere due volte per ogni tempo».

Ma Nicchi ha difeso Orsato. «Ha parlato da politico e difeso la casta. Gli arbitri devono essere selezionati, italiani e stranieri, e assunti come liberi professionisti. Al terzo sbaglio, fuori per tre anni». 

Esiste la sudditanza psicologica con la Juventus? «Verso la famiglia più potente d’Italia c’è sempre stata. Calciopoli ha risolto poco. E prima di schierarsi contro gli Agnelli e la Fiat ci pensano su». Gli arbitri sbagliano ovunque. «Penso a Roma-Liverpool, a Real-Bayern e a pensare male, come si sa, si fa peccato ma…».

Voi del Napoli avete precedenti con gli arbitri e Collina è presidente della Commissione arbitrale della Fifa. «Lui è contro di noi».

Come cambiare? «L’Eca deve pagare l’Uefa, far dipendere da sé la Fifa. Infantino sta studiando nuovi tornei e i club dovrebbero prestare i giocatori alle Nazionali. Io non ci sto al circo per far guadagnare Fifa, Uefa o Figc, non ci sto. Cambiamo il sistema dei sorteggi: guarda un po’, alle italiane capitano sempre il Real, il Barcellona…» 

Nel Napoli del futuro ci sarà Sarri? «Dipende da lui, gli ho parlato più volte ma ora va lasciato tranquillo: in tre giornate può succedere ancora di tutto, anche che qualcuno si comporti persino peggio. Sento che resta, ma se qualcuno dovesse pagare la clausola dovremmo farcene una ragione».

E lei cosa farebbe in quel caso? «Il Napoli è un forte attrattore e in giro ci sono allenatori: non bisogna sbagliare la scelta, ma da ottobre stiamo perlustrando. In tanti Paesi europei e in Italia. Conte è un amico, Giampaolo è vicino al calcio di Sarri, Inzaghi è bravo, Semplici sta facendo bene, come Sarri ad Empoli prima di venire al Napoli»

La Stampa


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