Le parole del patron del Napoli De Laurentiis ai microfoni del Corriere dello Sport
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l presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un’importante e lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Queste le sue parole:
Ma Ancelotti cosa le ha chiesto?
«Ci sentiamo tutti i giorni e non ha mai avanzato pretese. E’ un uomo sicuro di sé, che quando serve mostra pure il pugno duro. Ha padronanza del segno del comando».
Vi è chiaro dove intervenire, comunque…
«Due portieri, un esterno basso che sappia difendere, se vanno via Jorghinho e Hamsik anche due centrocampisti. E poi abbiamo già preso Verdi: vedrete, che da noi Simone sarà più sereno e farà grandissime cose».
Se insistiamo dicendo che Fabian Ruiz è vostro?
«Stiamo aspettando soltanto il suo ok, che potrebbe arrivare a momenti».
Se sottolineiamo che ha incontrato Lainer?
«Non la smentirò: è successo anche l’altro giorno, a Milano, e stiamo nel pieno della chiacchierata».
Però il portiere sta diventando una ossessione.
«Non nostra. Io voglio accontentare Ancelotti, innanzitutto. A me piace molto Meret, però quando vai dai Pozzo sai che i prezzi diventano illogici. Areola è bravissimo, come altri; Keylor Navas ha esperienza. Ma il Napoli non ha assolutamente fretta».
Capitolo cessioni, alcune romanticamente dolorose: dopo undici anni potrebbe andar via Hamsik.
«E’ stato a cena a casa mia con Venglos e mi hanno detto che sarei stato contattato da un club cinese. Non si è ancora fatto vivo nessuno».
Intanto avete provveduto a cercar altro.
«Ma io devo tutelarmi, per non farmi trovare spiazzato nel caso in cui qualcuno seriamente si faccia avanti. Sono precauzioni indispensabili per un club. E comunque è stato lui a mettersi in questa situazione, non io a spingerlo».
Jorginho è sempre ad un passo dal City….
«Ne ho riparlato giovedì con i dirigenti del Manchester e adesso i contatti li tiene Giuntoli. Dobbiamo metterci d’accordo, ho fornito le mie indicazioni e sono andato incontro ai dirigenti inglesi. In casi del genere, se uno fa un passo indietro, l’altro ne deve fare uno avanti. Ma esistono possibilità più che concrete che a breve si arrivi a definizione».
Oggi esistono uomini intoccabili?
«Mica uno solo! Koulibaly è inavvicinabile e con lui anche Zielinski e con loro anche Rog. A volte mi viene il sospetto che questi nostri ragazzi vengano sottovalutati; eppure, e lo dite voi giornalisti, per chiunque di loro ci sarebbero potenziali club di primissima fascia disposti a spendere. Il Napoli è una realtà, siamo forti anche noi, più di quanto si sospetti. E quei tre non si toccano».
Il Chelsea l’ha chiamata?
«Mai ricevuto telefonate, anche se mi vengono annunciate dai giornali. Dovesse accadere, starei educatamente ad ascoltare, rifletterei e poi risponderei per il meglio del Napoli. Vorrei fosse chiara una cosa: questa non è una città da depredare, questa non è una società da sottovalutare».
Il messaggio è chiaro ma, nel caso, esisterebbero le basi per discutere?
«Io sono qua e ho già sostenuto che, eventualmente, sarei ragionevole».
Nessun rapporto con il Chelsea, ma neanche più con Sarri…?
«Non ci siamo più sentiti, non mi ha mai chiamato».
Avrebbe potuto farlo anche lei, volendo.
«Io dopo la partita con il Crotone lo ho salutato e poi ho aspettato ma né lui, né il suo manager Pellegrini si sono fatti più vivi. Ne ho preso atto e ho ripensato a una frase di mio padre: nella vita non ti deve mai meravigliare».
Cosa gli rimprovera?
«Niente. Semmai sarei stato io a dover stabilire obiettivi e paletti a inizio campionato. Ma questo di essere gran signori è una caratteristica nei comportamenti della famiglia De Laurentiis».
Ha insistito per Chiesa, sino alla follia.
«Sono andato a pranzo con Diego Della Valle, ho offerto 50 milioni di euro e mi ha detto: non posso, è incedibile, sennò viene la rivoluzione a Firenze».
Ma non si è arreso ed è tornato all’attacco.
«Gli ho chiesto: tienimi presente se un giorno dovessi cederlo. Da Diego sono sicuro che non riceverei mai uno sgarbo, anche se capisco che tra le mille cose che fa potrebbe anche dimenticarsene».
C’è un giocatore che riprenderebbe tra quelli andati via?
«Ci sono stagioni non più replicabili e ogni storia, come qualsiasi calciatore, va inserita in quell’epoca e in quel contesto. Ma sapesse quante volte ho pensato a Quagliarella, che qui a Napoli ha dovuto convivere con situazioni ignote al mondo esterno. Ora non sarebbe più giusto per nessuno, ma Fabio è un rimpianto e non è stata colpa di nessuno».
C’è una cosa che si può svelare, oggi?
«Avrei voluto comprare Alisson dalla Roma per 60 milioni di euro. Ma non è stato possibile e adesso la sua cessione è diventata un’asta».
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