La lunga intervista di Repubblica al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis
Come riporta l’edizione odierma di La Repubblica, De Laurentiis sarebbe tornato dagli Stati Uniti più carico che mai. «Gli impegni con il cinema hanno quasi azzerato il mio tempo libero, ma Los Angeles è comunque uno dei pochi posti al mondo dove riesco a rilassarmi, insieme al nostro impareggiabile lungomare. Un giorno ho ospitato a pranzo Del Piero e gli ho cucinato gli spaghetti al tonno. Gran bella persona, Alex». È stata soltanto una parentesi, però, che non ha impedito ad Aurelio De Laurentiis di seguire passo dopo passo l’eccellente avvio del suo Napoli. «Non sono sorpreso nè esaltato. La nostra non è stata una partenza sparata: la definirei coerente con il livello raggiunto nel finale della passata stagione. Mi fa piacere soprattutto per i tifosi, che ora hanno la possibilità di restituire un po’ degli sfottò di cui sono bersaglio solitamente. I conti per lo scudetto si faranno da marzo in poi, però: non adesso. Rispetto a un anno fa abbiamo più certezze, questo sì. Dopo l’infortunio di Milik perdemmo del tempo per capire come sostituirlo e fu quello l’handicap che forse ci fece perdere il primo posto. Stavolta il problema si è riproposto, con il vantaggio tuttavia che il polacco si è fatto male più presto e dunque dovrebbe rientrare prima. E poi nell’ultimo giorno del mercato abbiamo preso Inglese, dicendo al Chievo che in caso di necessità lo avremmo portato da noi già a gennaio». Tutto sotto controllo, insomma: anche se De Laurentiis avrebbe ovviamente fatto a meno volentieri della nuova emergenza. «Il primato rafforza la bontà del nostro progetto. Abbiamo tenuto tutti e aggiunto un bell’apriscatole come Ounas e Mario Rui, che conosce già a memoria Sarri. L’idea di partenza è stata di consolidare l’organico. Non è stato facile. Con Mertens la trattativa è durata più di un anno, con Insigne abbiamo trovato l’accordo dopo sei mesi. Per quanto riguarda Ghoulam la situazione è in fieri, vediamo se troveremo un’intesa. Io vorrei che rimanesse altre cinque anni, perché è una persona adorabile e un calciatore che amo. Ma la clausola rescissoria la decidiamo noi, non lui: questo è sicuro. Come è sicuro che nessuno è insostituibile. Quanto a Reina, ci siamo arenati dopo la richiesta del suo manager di un contratto triennale, un lusso che per il fatturato attuale del Napoli non ci potevamo permettere. Szczesny non sarebbe venuto a fare il secondo, invece: a differenza di quanto ha poi fatto nella Juventus».
La vera questione sul tappeto è però quella del futuro di Sarri, su cui De Laurentiis ha fatto il punto con molta chiarezza e senza escludere alcuna possibilità. «Sarri l’ho scelto io e all’epoca mi sono preso anche qualche striscione contro, quando ebbi il coraggio di ingaggiarlo al posto di Rafa Benitez. Poi le cose sono andate bene, ma nessuno ha tappezzato la città di manifesti per ringraziarmi. Io invece non ho mai cambiato idea: ero innamorato del nostro tecnico prima e oggi lo sono anche di più. Sarri ha un grande dono: non è un rompiscatole e con lui si può parlare di tutto, non solo di calcio. Spero che resti con noi almeno per dieci anni e sono convinto che in futuro si divertirà sempre di più sulla nostra panchina: grazie alla duttilità tattica che sta acquistando. Se invece deciderà di andarsene altrove, ce ne faremo una ragione e troveremo un altro allenatore all’altezza della situazione. Il Napoli in questi anni è cresciuto sempre, anche quando è cambiato qualche protagonista. La clausola nel contratto non mi preoccupa, se la salute mi assiste vedremo dei gloriosi anni azzurri».
De Laurentiis ha grandi progetti. «Il Napoli non deve porsi limiti. Una ricerca ci ha detto che abbiamo nel mondo 35 milioni di tifosi e 120 di simpatizzanti. Formerò anche una squadra femminile e la porterò a giocare al San Paolo. Scudetto o Champions? Il problema non si pone nemmeno: Sarri ha un gruppo di giocatori di alto livello e se si accorgerà che qualcuno di loro è più motivato in campionato che in Europa non avrà alcun problema ad alternarli». Il presidente seguirà gli sviluppi della stagione azzurra con discrezione. «Non so se tornerò allo stadio, è pure una questione di scaramanzia. Alla ripresa ci aspetta la Roma, la vera sorpresa di questo avvio di stagione. Non sono certo che si possa giocare di sera: i problemi d’ordine pubblico non sono stati risolti».
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