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De Francesco: “Diamo tempo alla nuova società di poter programmare”

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Mariano De Francesco, ex calciatore della Juve Stabia, è intervenuto telefonicamente nel corso del programma “Il Pungiglione Stabiese”: tutte le sue dichiarazioni

De Francesco: “Diamo tempo alla nuova società di poter programmare”

 

Mariano De Francesco, ex calciatore della Juve Stabia dell’epoca della presidenza Fiore, è intervenuto telefonicamente nel corso del programma “Il Pungiglione Stabiese” che va in onda in diretta Facebook ogni lunedì dalle ore 20:30 sulla pagina Facebook “Juve Stabia Live”.

Le sue dichiarazioni sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“Dopo il Covid la retrocessione della Juve Stabia è stata la notizia più brutta. C’erano aspettative diverse, la squadra stava andando benissimo, purtroppo è cambiato il mondo ed è cambiato il calcio. Sono dinamiche che sfuggono ad ogni previsione. Purtroppo è andata male ed è stata una delusione fortissima per tutti noi. 

Oggi ho letto del passaggio delle quote societarie da Manniello a Giuseppe Langella, fratello del presidente Andrea Langella. E’ anche prevedibile una stagione di transizione. Capisco che la piazza esiga chiarezza e qualche dichiarazione da parte della società. Ma mi rendo anche conto che le dinamiche societarie abbiano come obiettivo l’equilibrio finanziario prima di poter programmare. 

Conosco benissimo la passione del pubblico stabiese che vorrebbe ben altro. Bisogna avere cuore caldo e mente fredda e ragionare in maniera razionale come diceva un mio vecchio allenatore. 

Manniello e Fiore sono stati due enormi uomini. Ma i presidenti e i calciatori passano, ciò che resta è la Juve Stabia. Di Fiore oltre agli investimenti ricordo quanto lui fosse tifoso di questa squadra. Conosco bene la sua sofferenza per non aver centrato la Serie B. Cosa invece che è riuscita a Manniello che credo abbia lasciato la società in buone mani. Bisogna dare tempo ai due Langella che forse non conoscono ancora benissimo le dinamiche del calcio. Nell’epoca post-Covid è un calcio che è cambiato e che forse cambierà ancora.

Bisogna dare il tempo alla nuova società di poter programmare. Il campionato di Serie C di quest’anno sarà durissimo per le tante squadre ambiziose e blasonate che vi partecipano. Poi fra due-tre anni si potrà tornare a lottare per traguardi ambiziosi. 

Il compito dei neo acquisti, del nuovo direttore sportivo e del nuovo allenatore è complicatissimo. Si viene da una brutta retrocessione. Il pubblico di Castellammare però vuole solo che tutti i calciatori sudino fino alla fine la maglia. Mancando però la spinta del pubblico causa Covid – continua De Francesco – sarà tutto molto più difficile perchè il pubblico di Castellammare sa essere sempre il dodicesimo uomo in campo. 

Padalino e il direttore Ghinassi mi sembrano persone capaci e di poche chiacchiere. Ma bisogna dare a tutti il tempo di poter lavorare. 

La Juve Stabia per ovvi motivi di gestione deve cedere i giocatori che hanno fatto la Serie B e contemporaneamente deve cercare di competere con squadre molto blasonate. Bisogna stare tranquilli e non pretendere tutto subito dalla società. Bisogna programmare con piccoli passi e giusti e occorre investire sugli uomini più che sui nomi. 

Noi siamo figli e amanti di un calcio che non esisterà più. Non esistono più i calciatori dell’epoca, non esistono più quelli che come me stavano male dopo una partita persa e che aspettavano la domenica successiva per potersi rifare al più presto. C’è un atteggiamento sbagliato oggi in alcuni calciatori che si sentono subito arrivati. La passione e l’amore non esistono più in questo sport. 

Sarà un campionato imprevedibile questo di Serie C. Sulla carta sono favorite Bari, Palermo e Avellino. Ma anche nel calcio e in questo torneo i valori saranno azzerati a causa della mancanza di pubblico. Mi aspetto sicuramente qualche se non tante sorprese. Suggerisco di investire su persone competenti e sulle risorse umane. Soprattutto investire su persone capaci in questa categoria. E lo sono sia Padalino che il direttore Ghinassi”. 

 

a cura di Natale Giusti 

 

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