Il Csm sconfessa il presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, che poi torna all’attacco: non rubano tutti, ma molti
Roma – Le parole di Piercamillo Davigo sull’Italia conquistata dai corrotti fa divampare il fuoco delle polemiche “E’ peggio dei tempi di Tangentopoli, in Italia hanno vinto i corrotti” aveva detto il Presidente dell’Anm in un’intervista. E, parlando del governo Renzi, aveva sostenuto che “fa le stesse cose” fatte dai governi di sestra: “aumenta le soglie di rilevanza penale. Aumenta la circolazione dei contanti, con la scusa risibile che i pensionati non hanno dimestichezza con le carte di credito”.
Il primo a rispondere era stato Luca Palamara, del Csm: “non e’ il momento di alimentare un inutile scontro fra politica e magistratura. Non bisogna avere nostalgia del passato: di fronte a fatti di corruttela, la magistratura deve intervenire. A me le generalizzazioni non piacciono per definizione”. Poi e’ lo stesso vicepresidente del Csm a prendere le distanze: “Le dichiarazioni di Davigo rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno tanto più nella difficile fase che viviamo nella quale si sta tentando di ottenere, con il dialogo ed il confronto a volte anche critico riforme, personale e mezzi per vincere la battaglia di una giustizia efficiente e rigorosa, a partire dalla lotta alla corruzione e al malaffare” ha detto Giovanni Legnini.
Ma in serata Davigo torna alla carica e da Pisa, in occasione di un intervento a un master, rilancia le accuse: “Tutti devono rispettare la legge perfino quelli che le fanno: la caratteristica dello stato di diritto e’ che la legge vincola tutti. E poi la separazione dei poteri, che ci si dimentica sempre, ma serve a garantire la liberta’. Per un paio di decenni l’attivita’ di questo Paese non e’ stata quella di contrastare la corruzione ma i processi di indagine sulla corruzione. Questo e’ stato un messaggio fortissimo”.
“La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente piu’ elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni enormi” aggiunge “In Italia – ha detto ancora Davigo – la vulgata comune e’ dire che rubano tutti. Questa cosa mi fa arrabbiare, rubano molti, non tutti. Altrimenti non avrebbe senso fare i processi”. Davigo parlando di indagini che si ripetono da anni ha portato ad esempio “un funzionario pubblico che nel ’92 spiegava il sistema della distribuzione delle tangenti che andava avanti da vent’anni”. “Oggi – ha concluso – inchieste recenti dimostrano che questo sistema e’ proseguito ininterrottamente. E a noi ci dicono che abusiamo della custodia cautelare: sono senza vergogna”.
- Il j’accuse di Piercamillo Davigo : “Da 20 anni contrastano i processi non la corruzione”
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/ (AGI) / Davigo, in Italia hanno vinto corrotti. E si scatena la polemica
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