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Dalla Libia all’Italia, i primi 160 rifugiati arrivano con un volo umanitario

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Ad attendere il primo volo umanitario dalla Libia all’Italia, all’aeroporto militare di Pratica di Mare c’era il ministro Minniti

Arrivati in Italia i primi 160 rifugiati evacuati dalla Libia

In Italia sono arrivati i primi 160 migranti libici, tra cui minori non accompagnati e donne, ufficialmente accolti dallo Stato. Per loro nessun viaggio della speranza in barcone ma un volo dell’Aeronautica Militare, giunto da Tripoli all’aeroporto militare di Pratica di Mare: ad attenderli, il ministro dell’Interno Marco Minniti. Gli altri arriveranno nelle prossime ore, con un secondo aereo. Le operazioni sono coordinate dal Comando Operativo di Vertice Interforze.

L’iniziativa è nata da un’iniziativa congiunta tra il Ministero dell’Interno e la Conferenza Episcopale Italiana che, in stretta coordinazione con l’Unhcr (l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite) hanno individuato in Libia dei migranti in condizioni di vulnerabilità e in grado di ottenere la protezione internazionale. Attraverso anche il coinvolgimento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la richiesta di provvedere al trasporto del personale è pervenuta al Ministero della Difesa, che, ricevuta dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, la piena fattibilità operativa dell’attività, ha dato il suo assenso.

«È un giorno storico – ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti che con il presidente della Cei Gualtiero Bassetti ha accolto i migranti a Pratica di Mare -. Per la prima volta grazie al lavoro straordinario di tante persone si è aperto un canale umanitario legale dalla Libia all’Europa». Il titolare del Viminale ha voluto ringraziare sia il governo di Serraj sia la Cei che «ha acceso l’iniziativa» e con il governo italiano ha portato avanti il percorso. «Siamo riusciti a portare verso la salvezza donne e bambini, sottraendoli ai trafficanti di esseri umani. Oggi l’Italia – ha concluso Minniti – ha scritto una bellissima pagina di solidarietà e accoglienza e lo ha fatto mettendo in campo la sua forza-paese e dimostrando che nelle situazioni difficili sa dare il meglio. Questo è solo l’inizio, continueremo a lavorare con l’Unhcr secondo il principio che abbiamo sempre sostenuto: combattere l’illegalità per costruire la legalità vera».

 

«Per la prima volta, abbiamo potuto evacuare rifugiati estremamente vulnerabili dalla Libia direttamente in Italia. Un evento eccezionale e uno sviluppo accolto con grande favore che non sarebbe stato possibile senza il grande impegno delle autorità italiane e il supporto del governo libico. Speriamo davvero che altri paesi possano seguire lo stesso percorso», ha dichiarato Vincent Cochetel, inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale.

Subito dopo l’arrivo, tutti i rifugiati sono stati sottoposti a controlli medici e, prima di iniziare le procedure di identificazione, sono stati dati loro vestiti invernali e un pasto caldo. Personale dell’Unhcr, inclusi mediatori culturali e esperti legali, era presente all’arrivo per fornire alle persone evacuate informazioni sulla procedura di richiesta di asilo. Successivamente i rifugiati sono stati trasferiti in alcune strutture di accoglienza. Assistenza umanitaria e accoglienza sono forniti dalla Conferenza Episcopale Italiana, attraverso la Caritas.

Al contempo, verrà organizzata nei prossimi giorni una terza evacuazione dalla Libia al Niger, e altri 131 rifugiati potranno essere tratti in salvo. «Con quest’ultima evacuazione in Niger, il numero totale dei rifugiati evacuati dalla Libia, in sei settimane, raggiungerà quota 392», riferisce Cochetel. «Tutto questo è stato reso possibile solo grazie all’impegno dell’Unhcr e delle organizzazioni partner. Il sorriso di sollievo sui volti delle persone evacuate è una fonte di ulteriore motivazione ad andare avanti e salvare altre persone. Contiamo davvero sulla solidarietà internazionale affinché ci aiuti a raggiungere l’obiettivo di portare fuori dalla Libia e proteggere 1.300 rifugiati estremamente vulnerabili il prima possibile».

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