Tra le “gesta” di Imperiale si ricorda anche quella volta che restituì, in cambio di uno sconto di pena, i due capolavori di Van Gogh.
Da Castellammare di Stabia Raffaele Imperiale è andato in Olanda -stabilendo come sede un coffee shop-e ha creato una holding internazionale per il traffico di cocaina; da lì è iniziata la sua ascesa che lo ha fatto diventare uno dei sei latitanti più pericolosi d’Italia.
Vita di lusso a Dubai, paragonabile a quella di un emiro, nonostante fosse ricercato dalla polizia di mezzo mondo, gestiva una rete di relazioni per il traffico di cocaina tra Europa e Sud America.
Lo scorso 4 Agosto, a seguito di un provvedimento della Procura di Napoli, è stato arrestato a Dubai. L’operazione ha richiesto l’intervento della Squadra Mobile della Questura, dei servizi centrali della GdF e della Polizia di Stato.
Tra le sue “gesta” si ricorda anche quella volta che restituì, in cambio di uno sconto di pena, i due capolavori di Van Gogh, rubati dal museo di Amsterdam nel 2012, tornati “a casa” dopo quattro anni.
Proprio in questa giornata, il 21 agosto, si ricorda di quando nel 1911, al Museo del Louvre di Parigi, sebbene fosse un giorno di chiusura -era un lunedì- un uomo si avvia tranquillamente verso il Salon Carré, stacca un quadro dalla parete, lo avvolge nella sua giacca, e mettendoselo sotto il braccio se ne va via… Quel dipinto era la Monna Lisa di Leonardo da Vinci.
L’autore del furto era Vincenzo Peruggia, che avrebbe voluto vendere la Gioconda alla Galleria degli Uffizi per qualche milione di lire. Dal suo punto di vista aveva compiuto un’azione patriottica e che l’Italia avrebbe saputo valorizzare maggiormente l’opera.
Peruggia verrà poi arrestato dai Carabinieri e la Monna Lisa tornerà in Francia al museo del Louvre il 4 gennaio 1914.
E’ curioso come col trascorrere del tempo, fatti di cronaca come questo perdano quel valore di “gravità” che li contraddistingue…
Al di là dello sconforto nel sapere che Imperiale per tanti anni abbia vissuto nel lusso alla faccia di tanti poveri “disgraziati” che al contrario scelgono di vivere onestamente pur di mantenere alto l’onore e il senso etico e civile, fa rabbia pensare che proprio questo tipo di persone, si arroghino anche il diritto di disporre delle opere d’arte come semplici “pezzi di scambio”.
“La bellezza salverà il mondo” -frase scritta da Fedor Dostoevskij e pronunciata dal suo personaggio ne “L’Idiota”, forse dovrebbe essere riformulata accompagnata da un punto interrogativo… Sembra infatti che non esista una consapevolezza diffusa sul valore della bellezza, dell’arte.
Ci si è abituati ad una “bellezza” che acceca lo sguardo, esagerata, ostentata, che si impone all’attenzione invece che catturare e incuriosire gli sguardi e le menti per “infiammare gli animi” alla ricerca della versione migliore sé stessi (e provare a dare un senso alla propria vita).
Come cambiare lo sguardo?
Così come per molti le esperienze negative contribuiscono a “rivalutare” gli aspetti essenziali della vita, “forse” si rende necessario “sprofondare nella bruttezza” , prima di riuscire a “educare lo sguardo” verso la Bellezza.
La Verità potrebbe essere anche un’altra, e cioè che il livello di bellezza odierno è più accessibile alle masse, richiede meno fatica, soltanto denaro, nessuno sforzo intellettuale o riflessione introspettiva, quindi più facile e conveniente da accettare.
Non meraviglia dunque che episodi di furti di opere d’arte (non quella moderna!) non scandalizzano come le notizie shock degli influencer …
Non dimentichiamoci un altro aspetto: l’era dei social ha dato avvio ad una nuova corrente di pensiero, e cioè che la nostra stessa immagine è/può essere un’opera d’arte , il cui valore è stabilito dal numero di like e followers.
C’è dunque un’ignoranza diffusa, anzi una “semi-ignoranza” molto pericolosa; quando si è completamente ignoranti rispetto ad una tematica, in qualche modo si riconosce di aver necessariamente bisogno di un professionista, ma quando ci si è abituati a formarsi “all’università di internet” dove basta cercare la parola chiave sul motore di ricerca per poi autoproclamarsi esperti, allora si degenera perché ci si auto-convince che le fonti da cui si è appreso siano le migliori.
Questa nuova mentalità si applica in tutti i campi, impedendoci di riconoscere la necessità di dover “fare fatica” per poter effettivamente creare qualcosa di Bello e saper avere cura della Bellezza che ci circonda. Per lo stesso principio, si fa fatica a riconoscere che oggigiorno, non si può più ignorare l’ingiustizia che colpisce tante persone lontane da noi: finché potrò avere cura del mio giardino, poco mi riguarda qual che accade in quello del vicino… Dimentichiamo di essere abitanti dello stesso pianeta, che ormai la rete ha annullato i confini e che non si può più dire “io non sapevo che in quella parte di mondo accadessero quelle cose brutte…”.
C’è da fare un atto di coraggio nel riconoscere le Bruttezze del mondo in cui viviamo oggi e indignarsi: ma per sapersi indignare è necessario avere un Pensiero motivato e strutturato, che offra anche una nuova prospettiva, un’idea di futuro che dia prova che un cambiamento è possibile.
Non sarà la Bellezza a salvare il mondo, ma la Coscienza. Una Coscienza umana sensibile capace di distinguere il Bello e il Giusto dal brutto e dall’ingiusto, che difenda i valori della vita e della pace e condanni l’ignoranza, l’indifferenza e la violenza.
Questa Sì che sarà un’opera d’arte, degna di un da Vinci e anche meglio di un Van Gogh.