È ripartita il 10 ottobre, dal teatro della Luna a Milano, la campagna di sensibilizzazione sul delicato tema del cyberbullismo*.
L
a Polizia di Stato è scesa in campo insieme a Unieuro, con l’obiettivo di sensibilizzare bambini, adolescenti, ragazzi e famiglie, sui rischi e pericoli di un uso distorto di internet.
Al Teatro della Luna erano presenti più di 1.300 studenti degli istituti scolastici milanesi ai quali l’autore, il giornalista Luca Pagliari, e i poliziotti della Polizia Postale hanno fatto capire l’importanza delle parole in tutte le loro sfumature attraverso filmati e testimonianze dirette e le conseguenze, spesso sottovalutate, che possono avere quelle sbagliate.
L’iniziativa vuole infatti fornire ai giovani internauti consigli utili per un uso consapevole e responsabile della Rete e dei suoi strumenti, dagli smartphone, ai pc, ai tablet, per far comprendere le conseguenze che la tecnologia può generare nella vita di un ragazzo. I messaggi, le immagini e i video pubblicati su internet oggi si diffondono in maniera incontrollata e restano presenti nel web per sempre, creando problemi che in alcuni casi possono avere anche conseguenze drammatiche.
La campagna, che ha previsto la proiezione del docufilm #cuoriconnessi e le testimonianze di persone direttamente coinvolte da azioni di cyberbullismo, farà tappa nei teatri e nelle scuole di Reggio Calabria (17 ottobre), Catanzaro (18 ottobre), Scalea (19 ottobre), Brescia (26 ottobre), Torino (22 novembre), Collegno (23 novembre). Sono invece in fase di programmazione dell’evento le città di Cremona, Mestre, Padova, Ravenna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Rovigo e Roma.
Cyberbullismo*
Un’età compresa tra i 10 e i 16 anni, un’immagine di bravi studenti, una competenza informatica superiore alla media, incapacità a valutare la gravità delle azioni compiute online: questo l’identikit del cyber bullo, che usa internet per realizzare quello che magari non riesce a vendicare nella vita reale, quello che non ha il coraggio di fare nel cortile della scuola.
Si conoscono tra i banchi di scuola o nella palestra del pomeriggio. Tramite il click del mouse, si sostituiscono ai compagni di classe più timidi sui social network, a nome di altri diffondono immagini e informazioni riservate tramite mms sui telefonini, raccontano particolari personali o dichiarano disponibilità sessuali a nome delle compagne: questi i comportamenti devianti più spesso arrivati all’attenzione degli agenti della Polizia delle Comunicazioni.
Quando dopo una denuncia intervengono gli agenti per fermare azioni di bullismo spesso si hanno delle reazioni di stupore di vergogna e lacrime da parte dei cyber bulli più giovani che ovviamente non si sono resi conto di quanto fosse stato feroce il loro modo di prendere in giro qualcuno.
Il quadro cambia notevolmente con l’avanzare dell’età dei cyber bulli, i comportanti diventano più articolati, più vessatori, più simili ai maltrattamenti ripetuti, agli insulti davanti agli amici, tipici del bullismo “reale”.
Numerosi i casi negli ultimi anni, ma nulla vieta di ritenere che i giovani tengano sotto silenzio molte delle prepotenze online perché non sanno che esistono leggi per tutelarli e perché in fondo la sofferenza di “leggersi” insultato sul web è motivo di vergogna, è testimonianza di debolezza che non si vuole confessare, nemmeno alla Polizia.
La Polizia delle Comunicazioni promuove progetti e campagne di sensibilizzazione per rendere coscienti i giovani di questo cattivo uso della rete perché solo una buona informazione può aiutare a tutelare i minori e non solo.
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