Il suo pensiero
P
orte chiuse agli stranieri, prima per il 58 di Belfast, poi per il 66 coreano. Di recente Massimo Moratti ha confermato che l’Inter stava prendendo non solo Pelè ma anche Puskas, prima, e Eusebio poi. Le regole, giuste e crudeli: dopo il calcioscommesse mi battei per cancellarle, insieme a Gualtiero Zanetti della ‘Gazzetta’, ottimo politico, e ci riuscimmo nel 1980.
Offrendo naturalmente garanzie: arriveranno solo campioni! E così fu, all’inizio: Platini alla Juve, Falcao alla Roma, Bertoni alla Fiorentina, Krol al Napoli, alla grande, poi arrivò Luis Silvio a Pistoia portato da Gerardo Sannella, lo scopritore di Jair, ma il ragazzo faceva il cameriere… Be’, mi spiace ricordarlo così ma fu l’alfiere triste di un plotone di bufale che negli anni, nonostante i nostri appelli hanno invaso i campi italiani, deteriorato il nostro campionato e massacrato la Nazionale, privandola di uomini determinanti nei ruoli decisivi. Compromettendo la vita dei vivai ai quali sono negati i fondi per crescere. Come s’è appurato, l’altra sera.
Sono in maggioranza, ormai, gli stranieri, dico in particolare dei tanti extracomunitari che al di là della Legge Bosman potremmo limitare. Avete visto Napoli, Roma e Inter? Giocano con un paio di italiani quando va bene. È una vergogna. Ne ho parlato con Tavecchio, tempo fa: concordava. Ma potete capire: vorrei ma non posso. L’impotenza dei potenti. Dice che al prossimo consiglio federale porterà innovazioni coraggiose. Limiti al bufalaggio? Sei italiani obbligatori in ogni squadra? Faccia lui. Il flop azzurro (ciao Ventura) glielo consente. Sennò, a casa.
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