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Crisi del commercio al Vomero: altre saracinesche abbassate, l’accusa di Capodanno

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l presidente del Comitato Valori collinari, Gennaro Capodanno analizza la presenza di attività commerciali presenti al Vomero e sottolinea come negli ultimi anni sia vittima di una forte crisi.

Il numero di attività commerciali, molte delle quali storiche, che, dopo essere passate di generazione in generazione, hanno chiuso o si sono trasferite, è lievitato col passare del tempo. Mentre, al loro posto, sono spuntate come funghi attività legate ai pubblici esercizi, principalmente bar, ristoranti e paninoteche. L’ultimo negozio che proprio in questi giorni mostra le saracinesche abbassate è quello di un’altra storica attività di accessori, molto conosciuta, posta nel cuore dell’isola pedonale di via Scarlatti” commenta amaro Capodanno che accusa: “il quartiere collinare, negli ultimi dieci anni, ha dovuto fare i conti con l’aggravamento dei problemi legati alla viabilità, determinati, tra l’altro, dall’adozione di alcuni provvedimenti di pedonalizzazione, tra i quali quelli di alcuni tratti di via Scarlatti e di via Luca Giordano, non accompagnati dalla contestuale creazione di infrastrutture, come parcheggi pubblici. Tutto ciò, in uno alle ben note carenze nel sistema del trasporto pubblico cittadino, ha notevolmente contribuito ad allontanare i potenziali consumatori che un tempo raggiungevano il quartiere anche con la propria autovettura e che ora devono fare i conti con i prezzi stellari dei pochi parcheggi privati, dal momento che gl’insufficienti stalli delle strisce blu, che peraltro hanno ridotto l’ampiezza delle già striminzite carreggiate,  sono per lo più occupati dalle auto dei residenti”.

Eppure – conclude Capodanno – basterebbe poco per tentare di arginare questa vera e propria ecatombe di esercizi commerciali al Vomero, molti dei quali storici. Infatti, seppure al momento appare per lo più rimasta sulla carta, nel 2014 è stata varata una legge regionale, la n. 11, per la valorizzazione degli esercizi e le botteghe storiche della Campania che avrebbe dovuto, seppure con notevole ritardo, allineare la nostra regione alle altre, dove tale normativa è presente da lustri. Risulta invece che, in tutta la Regione, sono state censite solo 18 attività che possono usufruire dei benefici di detta legge, 16 delle quali ubicate nel territorio del Comune di Napoli, e di esse tre nel territorio del Vomero: due pizzerie e un chioschetto di fiori in piazza Vanvitelli. Un dato che, a distanza di oltre tre anni dall’entrata in vigore della legge appare fortemente sottodimensionato e che lascia perplessi anche sulla possibilità di erogare gli appositi fondi indicati all’art. 6 nella stessa legge che per il solo anno finanziario 2014 ammontavano a 160mila euro”.


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