Lunedì 18 maggio si proverà a restituire una parvenza di normalità al nostro Paese. Riparte l’economia con aperture anticipate su base regionale con il “Decreto Rilancio”.
Decreto Rilancio. Raggiunto l’accordo tra Governo e Regioni, si riparte
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Lunedì 18 maggio si proverà a restituire una parvenza di “normalità” al nostro Paese. Dopo più di 2 mesi dal lokdown su scala nazionale, riparte l’economia con aperture anticipate su base regionale. Riaprono i bar, i negozi, i ristoranti, i parrucchieri, i centri estetici. Anche le Chiese potranno riaprire le porte ai fedeli. Ma con cautela, applicando i protocolli di sicurezza. Raggiunto l’accordo con il Governo, le Regioni adotteranno in autonomia le decisioni per le aperture differenziate attenendosi alle linee guida, in consegna entro giovedì.
La curva dei contagi, ancora in graduale calo, lascia spazio all’ottimismo con 744 positivi nella sola giornata di lunedì (il dato più basso da un mese e mezzo), 1.401 guariti e 179 decessi, mentre le terapie intensive scendono sotto quota mille. Dati confortanti, ma nel caso peggiorassero, il Governo potrebbe intervenire nuovamente.
Dopo gli sport individuali, anche il calcio si prepara a ripartire: arriva l’ok del Ministro Spadafora per gli allenamenti delle squadre se la Federcalcio modifica il protocollo. Si prospetta una ripresa del campionato dal 1° giugno, ma a porte chiuse. Un calcio surreale, dimezzato, che acutizza le distanze con il pubblico al quale nega la gioia dello stadio, dei cori e dei colori. Segno che il nemico invisibile è ancora dietro l’angolo e non si può abbassare la guardia.
Dopo il timido passo del 4 maggio, la Fase 2 sta per entrare nel vivo, senza dimenticare che il rischio è ancora lì, altissimo. E in questi giorni sono tanti i Paesi che ce lo ricordano. Come il ritorno del virus in Corea del Sud, dove sono scoppiati nuovi focolai infettivi: dopo un mese di “ritorno alla normalità”, sono costretti a richiudere i bar e a rimandare la riapertura delle scuole.
Anche in Russia, con un mese di ritardo, esplode l’epidemia con 10mila contagi al giorno e con 221mila casi certificati, si posiziona al 4°posto al mondo dietro Stati Uniti, Spagna e Regno Unito. L’Italia, nella triste classifica, è quinta. Anche dal Brasile arrivano notizie poco confortanti: aumentano i casi, sono oltre 168mila i contagiati e 11.500 i morti. Tutti questi dati servono a ricordare quanto è importante rispettare le regole e, nel nostro caso, per non far cadere nel vuoto i sacrifici fatti finora.
Nel frattempo si continua a lavorare al DECRETO RILANCIO, una manovra da 55 miliardi racchiusa in oltre 200 articoli e che prevede, tra i vari punti, la regolarizzazione di braccianti agricoli, colf e badanti. Il Governo pare abbia trovato un accordo anche per la tutela dei lavoratori, stabilendo regole sul divieto di licenziamento e la proroga della cassa integrazione in deroga. Stanziamenti per far ripartire le famiglie e le imprese (per le quali si prevedono contributi a fondo perduto), bonus vacanze e disposizioni per la disabilità. Tra mille difficoltà ripartono i commercianti e i ristoratori, la categoria più colpita da questa crisi post-covid, costretta a riaprire senza liquidità e adeguare gli ambienti di lavoro in tempi record.
Solo le scuole restano chiuse, l’anno scolastico si conclude con la didattica a distanza che pare abbia penalizzato 4 studenti su 10 per mancanza di dispositivi informatici. Ancora nulla di preciso sulle modalità per gli esami dei maturandi né un programma per la ripartenza al nuovo anno scolastico. Si attende lo studio della curva dei contagi nelle prossime settimane. Intanto, nel “decreto rilancio”, è stata inserita la stabilizzazione, per settembre, di 16mila docenti precari.
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