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Coronavirus: rientrato da una vacanza; un infettato stando in casa

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A Palermo un carabiniere tornato da una vacanza in Trentino. A Messina un anziano che sarebbe stato nella sua abitazione. I casi in Italia.

Un altro caso di positività al coronavirus a Palermo. Si tratta di un carabiniere tornato da una vacanza in Trentino Alto Adige lo scorso 24 febbraio, transitando dall’aeroporto di Verona. L’uomo si trova ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Civico di Palermo. Il militare è rientrato al lavoro per qualche giorno, e ha avvertito il Comando ed è rimasto a casa in auto quarantena. L’uomo, che presentava i sintomi influenzale, è poi peggiorato. Quindi è stato ricoverato all’ospedale Civico dove si troverebbe in discrete condizioni di salute.

Caso positivo al Coronavirus a Messina, si tratta di un uomo anziano che si trova nella sua abitazione ed è risultato positivo al tampone all’ospedale Papardo. La notizia è stata confermata dal direttore sanitario dell’ospedale Mario Paino. Salgono dunque a due i casi di Coronavirus nella provincia di Messina, uno riguarda un vigile del fuoco di S. Agata di Militello che ieri è risultato positivo. Domani i tamponi saranno inviati a Catania per una ulteriore verifica e successivamente a Roma.

Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha diffuso ieri 6 marzo 2020 i numeri dell’emergenza coronavirus in Italia. Dai dati emerge che i pazienti malati di Covid-19 sono: 2612 in Lombardia; 870 in Emilia Romagna; 488 in Veneto; 159 nelle Marche; 143 in Piemonte; 79 in Toscana; 54 nel Lazio; 57 in Campania; 32 in Liguria; 31 in Friuli Venezia Giulia; 24 in Sicilia; 17 in Puglia;

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6 in Umbria; 12 in Molise; 10 in Trentino Alto Adige; 9 in Abruzzo; 5 in Sardegna;  3 in Basilicata; 4 in Calabria; 7 in Valle d’Aosta; 4 a Bolzano.

I pazienti con sintomi ricoverati presso le strutture ospedaliere sono 2394, di cui 462 in terapia intensiva. 1060 sono invece le persone in isolamento domiciliare in tutto il Paese. Effettuati 36359 tamponi in rapporto ai 3916 contagiati.

Una particolarità che si sarebbe registrata negli ultimi tempi, specialmente nelle città del Nord Italia ove non ci sono aree in quarantena con l’obbligo di dimora, riguarderebbe uno spostamento dalle zone colpite dall’emergenza sanitaria del coronavirus verso le aree di montagna, soprattutto di chi dispone di una seconda casa in collina. Presumibilmente alla base c’è una rassicurante motivazione psicologica essendo le zone di montagna considerate nell’immaginario collettivo più protette e incontaminate.

Ieri si è accertato che ad una festa di carnevale a Fondi, in provincia di Latina, sarebbe stata determinante per il contagio di alcune persone risultate positive al coronavirus. Un momento conviviale che si è svolto a fine febbraio, forse proprio martedì grasso, e che si è rivelato fatale per alcuni dei partecipanti. Tra i contagiati un cittadino di Aprilia, ricoverato in isolamento al Goretti, un uomo di Cisterna di Latina arrivato all’ospedale di Velletri e poi trasferito allo Spallanzani e altri tre pazienti provenienti da Fondi e da Terracina. E aumentano i contagi nel Lazio, passando da 44 a 53. I ricoverati sono 26 e quelli in terapia intensiva sono 8.

“Tutti i ricoverati sono in condizioni cliniche stabili a eccezione di sette che presentano una polmonite interstiziale bilaterale in terapia antivirale e che necessitano di supporto respiratorio” informa il bollettino dell’ospedale Spallanzani (L’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, sito a Roma in via Portuense ) – dagli ultimi dati sedici le persone positive che si trovano in isolamento domiciliare. E intanto sono alcune decine gli operatori sanitari in sorveglianza domiciliare. Al San Giovanni sono 48 gli operatori in sorveglianza in seguito al decesso di una donna all’ospedale San Giovanni. “La situazione non preoccupa” ha detto D’Amato spiegando che si sta “lavorando” per stabilire il link epidemiologico della donna deceduta. In sorveglianza preventiva anche una decina di persone che sono state a contatto diretto con un chirurgo del San Camillo risultato positivo al coronavirus. ‘Sorvegliati’ a domicilio anche alcuni operatori sanitari del policlinico Tor Vergata, del San Filippo Neri, del Sant’Anna di Pomezia. E proprio in quest’ultima cittadina si registrano due nuovi casi ed sono in corso oltre 400 interviste di indagine.

Non si può da queste pagine che anche ribadire un proprio articolo “Coronavirus e prostituzione”.

Adduso Sebastiano

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