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Coronavirus e italiotica “furbizia”: e poi si danno colpe al governo (VIDEO)

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Coronavirus e italiotica “furbizia”: serata danzante e cena in villa per la festa della donna, tutto abusivo. 7 lavoratori “in nero” rinvenuti. Abusivo anche l’allaccio alla rete elettrica: denunciato per furto il proprietario.

Coronavirus e italiotica “furbizia”: e poi si danno colpe al governo

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a costante attività di controllo economico del territorio, svolta quotidianamente dalle pattuglie della Guardia di Finanza, ha permesso alle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Salerno di individuare, nel comune di Scafati (SA), una villa adibita a civile abitazione all’interno della quale, in occasione della ricorrenza della “festa della donna”, era stata organizzata una serata danzante con tanto di cena al tavolo, musica e menù a prezzo fisso di 20 euro a persona, il tutto senza alcun tipo di autorizzazione o licenza commerciale.

In particolare, sono stati i Finanzieri della Compagnia di Scafati che, in occasione dell’intensificazione dei controlli predisposti per la festa dell’otto marzo, hanno effettuato un controllo all’interno di una villa che, su alcuni volantini circolati in città nei giorni scorsi e sulla cartellonistica esposta all’ingresso, veniva reclamizzata come location per eventi e cerimonie, presso la quale, nella particolare occasione, si sarebbe tenuto un evento ad hoc, così come, tra l’altro, pubblicizzato anche sui principali social media.

Quando i militari sono entrati nella struttura, tutto faceva pensare ad un ristorante in piena regola: camerieri addetti a servire ai tavoli oltre 50 commensali, un responsabile di sala, cuochi intenti a preparare le pietanze del menù all’interno di una cucina dotata di attrezzature professionali. Quando, però, è stato chiesto al proprietario di esibire la licenza commerciale e le autorizzazioni previste, questi ha ammesso di esserne sprovvisto: una vera e propria attività di ristorazione “in nero”. Anche le 7 persone trovate a svolgere attività lavorativa sono risultate non regolarmente assunte.

Al proprietario della struttura, pertanto, oltre alle violazioni in materia di impiego di lavoratori in nero, è stata contestata l’illecita somministrazione di alimenti e bevande che prevede la sanzione amministrativa del pagamento di una somma fino a 15.000 euro.

Coronavirus e italiotica “furbizia”: festa e allaccio abusivoData la generale situazione di abusivismo constatata, le Fiamme Gialle hanno approfondito il controllo e, con la collaborazione di tecnici specializzati della società di gestione della rete, appositamente intervenuti sul posto, hanno riscontrato la flagranza del furto di energia elettrica, realizzato attraverso un sofisticato quanto pericoloso sistema di by-pass collegato ad alcuni pannelli fotovoltaici, che consentiva l’allaccio illegale alla rete pubblica. Il mancato introito stimato per la società di gestione della rete è stato di oltre 7.000 euro.

Il proprietario della villa è stato perciò denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore (SA) per il reato di furto aggravato di energia elettrica e per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, atteso che la serata, tra l’altro, è stata organizzata in violazione delle prescrizioni imposte dall’Autorità di Governo per l’emergenza “coronavirus” sulle distanze di sicurezza da garantire agli avventori del locale.

Redazione Campania

COMMENTO:

Tanto per dar di conto che in Italia, com’anche del resto altrove (basta vedere i “puffi” francesi), la mamma dei cretini continua ad essere non solo sempre incinta ma di essere passata, soprattutto negli ultimi anni, a parti quantomento gemellari, eccovi quanlche spaccato dell’italiotico mondo anche in periodo di Coronavirus.

E poi c’è chi, magari dello stesso stampo, dà poi addosso al Governo che, in questo caso, avendo indicato sin dal primo istante l’unica cura (e addirittura vaccino) atto a stroncare questa epidemia: restate a casa!, ha una sola grave colpa (e continua ad averla con le autocertificazioni): aver voluto dar fiducia ad un popolo ormai sempre più avezzo a “papetate” e “me ne frego”.

Stanislao Barretta

E questo è:

per cui che dire se non ripetere:

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