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Castellammare di Stabia

Corinaldo (AN): è strage in discoteca. 6 morti e centinaia di feriti (VIDEO)

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Strage al concerto di Sfera Ebbasta ad Ancona, 6 vittime tra cui 5 ragazzini. A scatenare il panico sarebbe stata la diffusione tra la folla di uno spray urticante. I feriti, con traumi e lesioni da schiacciamento, sono 120 di cui 10 in gravi condizioni.

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a strage è avvenuta nella notte nella discoteca ‘Lanterna azzurra’ di Corinaldo, in provincia di Ancona. Oltre un centinaio i feriti, di cui una decina in gravi condizioni.

Gli investigatori stanno lavorando per accertare quante persone erano presenti nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo durante il concerto di Sfera Ebbasta. L’ipotesi investigativa è che il numero dei presenti fosse superiore a quello consentito è che sia stato diffuso uno spray urticante che ha provocato il panico. Un video diffuso sui social mostra anche il cedimento di una balaustra all’esterno del locale che avrebbe determinato la caduta dei giovani. I morti sono sei, cinque minorenni tra i 14 e i 16 anni e una mamma che accompagnava il figlio mentre i feriti, con traumi e lesioni da schiacciamento, sono un centinaio di cui 10 in gravi condizioni. In 35, , secondo fonti del 118, sono ricoverati negli ospedali di Senigallia e Torrette di Ancona.

A quella che è un’ennesima “disgrazia” derivante, a quanto sembra, da stupidità di italioti ed ingordigia di altri (pecunia non è mai abbastanza), che suscita rabbia, purtroppo dobbiamo aggiungere anche il solito, pronto, “protagonismo” dei gialloverde che, nell’immediato, subito si affrettano sui nuovi mezzi ministeriali da loro adottati (Twitter, Facebook e quantanltro non trascurano) per diffondere la notizia e lanciare i propri messaggi.

In sincronia, è stato il vicepremier Luigi Di Maio a dare, su Facebook, i nomi delle vittime, quattro delle quali sono di Senigallia, una di Fano e una di Frontone.

Questi i nominativi elencati da Di Maio nel suo post su Facebook accompagnato dal suo messaggio:

“Asia Nasoni, 14 anni, di Senigallia; Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia; Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano; Matttia Orlandi, 15 anni, di Frontone; Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia e mamma Eleonora Girolimini, 39 anni, di Senigallia. Sono le giovani vittime della tragedia di questa notte. È assurdo morire così. Come governo faremo massima chiarezza sulla dinamica della vicenda (se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza) e individueremo i responsabili. Un abbraccio e un pensiero alle famiglie”. 

E su “individueremo i responsabili” la parola, o meglio il post e Facebook, passa a Salvini che però è, al momento, più preso ed interessato all’incipit della sua manifestazione romana e a promuoverla una volta sì e l’altra pure per cui eccolo li a raccogliere si la palla ma, per lanciarla sulla piazza di Roma ed alla sua manifestazione per cui si limita a scrivere:

Salvini su strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo “Non si può morire così a quindici anni, un pensiero e una preghiera per i sei morti di stanotte nelle Marche, e una speranza per i tredici feriti gravi ancora ricoverati. E un impegno: trovare i responsabili di queste sei vite spezzate, chi per cattiveria, stupidità o avidità ha trasformato una serata di festa in una tragedia. 

Oggi alle 11 in Piazza del Popolo un minuto di silenzio per ricordare questi ragazzi”

e quindi via ancora con la sequela infinita di suoi video inneggianti alla manifestazione (e quindi a se stesso).

Ciò non toglie però che possa trovare anche qualche istante per concedersi anche ai microfoni che gli vengono offerti per diffondere il suo verbo.

Queste le parole che, in merito alla strage di Corinaldo (AN) di cui sopra, lui ha rilasciato ai microfoni di Sky

“I dati in possesso mi dicono che la capienza del locale fosse inferiore a 900 persone permesse. Quindi qualunque unità in più eventualmente ci sia stata, è stato un errore che ha sicuramente complicato la situazione. Non si può parlare di tre o quattromila, ma sicuramente temo che non fossero gli 871 previsti e permessi per legge. Prima voglio avere responsabilità certi, nomi, cognomi, numeri, e poi parliamo di eventuali colpe che evidentemente ci sono perché non è stata solo una fatalità. Mi sembra evidente che sei morti e 13 feriti in codice rosso, ricoverati in questo istante negli ospedali Marchigiani, non sono vittime solo e soltanto di fatalità e sfortuna, ma c’è qualcosa di più”

Bene, bravo, ma ora di corsa alla manifestazione e al bagno di italioti così a lungo preparato per la giusta lotta contro un governo iniquo. Ops, ma al governo c’è lui ed allora? Contro chi è? Contro l’altra metà del circo di Montecitorio in scena ora? O forse solo per gonfiarsi ancor più sentendosi osannato dal suo “popolo” perché ben conosce quanto, con chiarezza, espresso da Ascanio Celestini:

Il popolo è un bambino

Non ci capisce niente di politica.
Se tu gli parli di rivoluzione e lo fai seriamente finisce che il popolo la fa per davvero la rivoluzione.
Allora bisogna fare come ha fatto il partito comunista.
La rivoluzione gliel’ha fatta vedere da lontano al popolo come una ballerina della televisione.
Il popolo è un bambino e gli piace guardare le ballerine.
I maschietti si guardano la televisione perché gli piace il culo delle ballerine.
E le femminucce si guardano la televisione perché vorrebbero averci il culo come quello delle ballerine che piacciono tanto ai maschietti.
Tutti guardano il culo in Tv.
Ma sia le femminucce che i maschietti sanno che la televisione è un elettrodomestico.
Che quel culo esiste solo là dentro.
Si guardano intorno e la realtà è che si ritrovano sul divanetto del loro appartamento senza culi e senza balletti.
Ma sono contenti lo stesso. Sono contenti perché tutte le volte che ri-accenderanno il televisore ci avranno un culo in diretta pronto per essere guardato.
E non importa che sia finto come la favola di cenerentola.
Importa solo che dopo il culo in diretta si vada a letto sereni.
Al popolo gli piace la rivoluzione, ma gliela devi mostrare come il culo delle ballerine.
Come una cosa bella e impossibile.
Gliela devi raccontare come una favola.

Il popolo è un bambino.
Vuole sempre avere ragione.
Allora chi governa il popolo gli deve dire che “gli altri c’hanno sempre torto.
Gli altri sono atei miscredenti, pervertiti omosessuali, zozzi meridionali, negri puzzolenti…eccetera.
..insomma: relativisti”.
Allora il popolo è contento.
Perché il popolo è un bambino e come tutti i bambini gli piace giocare.
Nei giochi dei bambini c’è sempre uno che vince e un altro che perde.
Per questo che al popolo gli piace tanto il calcio.
Il popolo lo sa che il calcio vero non è quello dei campetti, delle partitelle.
Il popolo lo sa che al calcio vero non ci può giocare.
Che il vero calcio se lo può soltanto guardare in televisione.
Allora il popolo si mette seduto e guarda.
Il popolo strilla, si agita, si stanca come un bambino.
E quando arriva la sera si addormenta subito. È buono buono il popolo, è una pecorella.
Il popolo lo sa che la vita è come una partita di calcio in televisione, come la finale dei mondiali: tutto il mondo la guarda, ma poi la palla se la giocano solo due squadre.
Bello il calcio! Bella la vita!
Solo pochi se la godono, ma tutti gli altri possono fare il tifo.

Il popolo è un bambino.
Se gli rubi le caramelle il bambino si arrabbia.
Ma se gliele metti in vetrina quello se le compra subito.
Allora tu che sei più furbo del popolo gliele fai pagare il doppio di quello che valgono.
Così per ogni caramella che si compra una gliela vendi e un’altra gliela rubi.
Se metti le mani in tasca al popolo sei un ladro,
ma se è il popolo che si viene a svuotare le tasche da te è solo una legge di mercato.
Il popolo è un bambino, gli piace comprare le caramelle.
Poi magari se le porta a casa e manco se le mangia.
Magari le butta al secchio, magari.
Perché ai bambini gli piace comprare comprare comprare.
Allora tu che sei più adulto del popolo gli vendi tutto.
Il popolo vuole mangiare? E tu gli vendi le porcherie fino a farlo scoppiare.
Il popolo vuole le canzonette? E tu gli vendi qualche chilo di ritornelli da canticchiare sotto la doccia.
Il popolo vuole gli ideali? E tu gli vendi anche quelli.
Poi magari li porta a casa e non ci crede più.
Magari li butta al secchio.
Meglio! Meglio…
Così torna subito al supermercato a comprarsi le caramelle.

Il popolo è un bambino.
Fa tante domande e tu non gli puoi dire la verità
sennò quello ti mette in difficoltà.
Per esempio io c’ho un figlio, si chiama Robertino Casoria, è il peggiore della classe.
Mi ha detto “papà cosa sono i terroristi?”
Io gli ho voluto dire la verità, gli ho detto: “Ti ricordi quando eri bambino? A Natale ti ho detto che sarebbe arrivato Babbo Natale.
Tu eri un bambino intelligente o non ci hai creduto.
Ma poi la notte io sono andato a mettere i regali sotto l’albero e la mattina appresso quando li hai visti hai incominciato a credere che li aveva portati Babbo Natale. Hai pensato che se c’è il regalo significava che c’è anche il barbone che lo porta con le slitte, con le renne.
E invece ero sempre io.
E i terroristi sono la stessa cosa. Qualcuno ti dice che ci sono i terroristi e tu non ci credi.
Poi scoppia ‘na bomba, crollano un paio di grattacieli
e tutti pensano che se c’è l’attentato significa che ci stanno anche i terroristi che l’hanno fatto…
ma è tutta una bugia, è sempre papà che zitto zitto di notte fa scoppiare le bombe e poi da’ la colpa ai terroristi” .
E mio figlio mi fa:
“l’amico mio Pancotti Maurizio – ché Robertino frequenta
un bambino ciccione che è insopportabile e secondo me è pure un po’ deficiente – m’ha detto “­Pancotti Maurizio dice che questa cosa si chiama strategia della tensione!”
Allora io gli ho risposto “l’amico tuo Pancotti Maurizio è comunista!
E lo sai perché è così ciccione? Perché i comunisti si mangiano i bambini. Stai attento quando vai a fare la merenda da lui perché ti si mangia!”
E mio figlio Robertino ha cominciato a tremare.
Per una settimana non è più uscito di casa.
Gli ho fatto fare tutto quello che volevo, gli dicevo “lava la macchina! Metti a posto la stanzetta! Portami le ciabatte!”, lui mi ubbidiva come un cagnolino. Perché si governa con la paura.
E il popolo è uguale.
Il popolo è un bambino.
Se vuoi che non si perda nel bosco gli devi dire che c’è il lupo cattivo, l’uomo nero!
I terroristi, l’arabi col barbone, i pirati della Malesia. Ogni tanto insomma bisogna cambiare, fare la rotazione.
Il diavolo, gli zombie, il mostro di Loch Ness, il bocio, i marziani, i fantasmi.
Il popolo è un bambino.
Se gli metti paura ti porta le ciabatte, ti lava la macchina.
Il popolo è un bambino.
Se gli metti paura ti ubbidisce subito.

E questo è!

In chiusura, segnalo il messaggio di Sfera Ebbasta a commento della disgrazia:

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