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Castellammare di Stabia

Corbo: “Sarri non ha la flemma né il fatalismo di Allegri e si fa espellere”

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’effetto Juve guida anche il Milan. Il cupo tatticismo di Allegri non si è esaurito nella sfida di Torino. Non solo fu sconfitto il Napoli che correva e creava di più, è stato diffuso un messaggio . Questo: basta non farlo giocare per vincere o non perdere. Mihajlovic dice di non aver visto quella partita, avendo preferito un film di James Bond, un’adorabile bugia per coprire i segreti che covava nel viaggio verso Fuorigrotta. Come la Juve, Milan detta il tema tattico. Esaspera il 4-4-2 degli attuali campioni in un più tenace 4-5-1. Perché dietro Bacca, che girava da un polo all’altro come una valigia persa, è Niang a trovare una posizione strategica. Prima fa velo su Jorginho per impedirgli la costruzione, ma Niang raddoppia anche sulle zone esterne, dove Callejon si mostra subito appannato, sia nelle conclusioni nebulose, sia quando stanco favorisce il pari del Milan. Non scala su Bonaventura, lo guarda: Bonaventura è purtroppo solo per il Napoli, sorpreso in una sbandata difensiva che ricorda gli errori fatali della scorsa stagione. Qui Sarri capisce che il Napoli non è più quello che aveva rifondato: era irresistibile. I tentativi di surgelare la partita hanno un limite anche nel disegno di Mihailovic, appena il Milan sottovaluta i triangoli del Napoli nel versante sinistro. Una fabbrica di idee accelerata dal tempo che passa e dall’ansia di Ghoulam, Hamsik, Insigne: hanno poco spazio come a Torino, ma la febbre del primato li trascina in un mulinello vorticoso, in una pressione insopportabile per la verticale opposta. Honda, Kucka e Abate che in un salto dissennato offre un tacco alla perfida sassata di Insigne. C’è un cambio di scena nella ripresa. Se all’inizio il Milan è stretto; se Alex e Zapata incatenano Higuain; se per un’ora il ritmo è stato basso, il Napoli avverte l’urgenza di una reazione. Sarri deve studiare qualcosa, ripensa alla solita mossa, escludere Callejon per inserire Mertens in parallelo con Insigne. Tutto il Napoli deve però accelerare e lo fa schiacciando il Milan, non certo esausto, ancora tosto. Il primato dura solo 5’ . E Sarri non non ci sta. Non ha la flemma né il fatalismo di Allegri, si scalda, protesta, si fa espellere. Ritira lo stremato Allan per slegare anche il malinconico Gabbiadini: quarta punta in attesa di El Kaddouri. Sembra un frammento di sogno, l’ultima speranza, un urlo che rimane in gola. Si fa presto a dire: la corsa scudetto continua, ma gli impegni si accumulano, c’è il Villareal che sollecita una impresa per rimanere in Europa. Dove finisce Napoli-Milan comincia il rimorso: sono stati lasciare passare due mercati. Un esterno ed un mediano, due ricambi di qualità, non avrebbero portato il Napoli alla fase cruciale con Callejon, Allan e Hamsik affannati, fari che danno ora luci appena appena fioche. Ma non è finita, Napoli ci crede ancora.

Antonio Corbo-La Repubblica

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