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Castellammare di Stabia

Corbo: “Sarri al bivio: tre gare per misurare se stesso e la squadra”

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on ditelo al Napoli, rivolto alla partita di stasera come fosse la partita del secolo. Giusto che avverta tutte le seduzioni del momento: sfiora di nuovo il primato, lo vede e sente quasi suo. Non può che battere il Milan. Ma la verità è più complessa e suggestiva. Da questo lunedì al prossimo entra in un cerchio di fuoco: Sarri in tre serate misura la squadra e se stesso nella capacità di superare senza emozioni gli snodi cruciali per lo scudetto. Gestione psicologica e tattica, l’una non esclude l’altra. Ancora una volta la Juve afferma la sua composta serenità. Osservatela: neanche uno spiffero di critiche dopo la modesta prova di venerdì. Si esaltano piuttosto la bravura del Bologna e le intuizioni di Donadoni. L’insufficienza dei voti nella pagella juventina, per 5 titolari su 11, è un riferimento solo casuale alle cattive condizioni di forma della squadra? A Napoli purtroppo non va così. Una flessione che Allegri ha confessato nella sfida diretta ricorrendo al più cupo cinismo: sistemare la Juve in modo da bloccare il Napoli nei suoi centri strategici. Quella sera il Napoli non seppe svincolarsi, né escogitare contromosse. Higuain Insigne ed Hamsik furono ipnotizzati. La Juve però non ha un’idea di gioco, un’identità che invece distingue il Napoli in tutta la serie A. In condizioni delicate domani la Juve rischia di stancarsi con il Bayern. Occhio all’arbitro. Un dettaglio che interessa anche il Napoli. Il rigore negato nella missione spagnola a Vila-Real conferma il dubbio di un’ostilità verso i club italiani. Quasi un prezzo da pagare alla nomina di Pierluigi Collina designatore europeo. Insopportabile la serie di torti a prima svista. Un rigore netto negato alla Roma, guarda caso errore a vantaggio del potente Real Madrid, uno alla Lazio, un altro palese al Napoli, già tartassato nel 2015, nella partita con il Dnipro, società della federazione ucraina, in eccellenti rapporti professionali proprio con Collina. Non solo i rigori negati: c’è quello inesistente fischiato contro la Fiorentina, ridotta poi in dieci per la sovrattassa dell’espulsione. Che l’Italia non abbia peso politico in Europa l’ha scoperto persino la Juve. Parte da Torino, nell’imbarazzato silenzio della Federcalcio la contestazione a Collina. Mancano quattro giorni alla rivincita con il Villareal, ma non solo per questo. Il Napoli, che in Italia e fuori ha rapporti irrisori con i centri decisionali del calcio, fa bene a seguire l’onda juventina. A Torino c’è chi se ne intende. La Juve dopo il Bayern dovrà amministrare i tardivi sussulti dell’Inter. In parallelo il Napoli, dopo il Milian, è chiamato a sistemare i conti con il Villareal giovedì sera. Europa League, dentro o fuori. Il ciclo di fuoco termina il 29 febbraio con la Fiorentina in chiara ripresa. Quel guascone di Mihajlovic, chissà cosa avrà studiato. Nessuno crede che abbia preferito a Juve- Napoli un film di James Bond. Il suo modulo 4-4-2 richiama quello adottato dalla Juve a Torino. Probabile che Montolivo punti su Jorginho, il solido Kucka (se preferito a Bertolacci) si occupi di Allan. Si profila così un vantaggio per Hamsik. Sul suo versante incontra Honda: anche nella chioma è solo una sbiadita fotocopia di Cuadrado. Si sbilanci pure all’attacco il Napoli, ma non dimentichi che i veloci Bacca e Niang ripartono con scatti fulminei. Il Milan minaccia di vincere per «fare un regalo a Berlusconi per i suoi 30 anni da presidente». Stasera Higuain, Insigne ed Hamsik possono costringere Mihajlovic a cambiare dono. Come sono buoni i dolci di Napoli.

La Repubblica – Antonio Corbo

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