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Castellammare di Stabia

Corbo: “Quest’anno il Napoli è più forte dei tabù”

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“Inizio con sofferenza, ma alla fine è arrivata la vittoria”

Antonio Corbo ha analizzato il match di ieri tra Atalanta Napoli in tutti i suoi aspetti: dalla tattica alle marcature, dagli interpreti agli allenatori. E lo ha fatto sulle pagine dell’edizione odierna de La Repubblica:

“Gian Piero Gasperini era squalificato. Non più da allenatore equilibrato, con tutto il senno dei suoi capelli bianchi, ma da tifoso ha visto e racconta la sconfitta. Sbaglia la polemica sul gol di Mertens trascurato dalla VAR. Corretta l’accusa all’arbitro, errata la sintesi di un incontro che invece libera squadra e Sarri da un fastidioso complesso. L’Atalanta li ha battuti spesso prima di escluderli dalla Coppa Italia. Ma quest’anno ha perso a Napoli e a Bergamo. Fine di un incubo. Più difficile sembrava ieri la partita, più grande diventava il Napoli. Per vincere ha sfiorato due volte il gol e ne ha dovuti segnare due. Sul primo l’Atalanta ha dei forti dubbi. Poteva dissiparli Daniele Orsato, se l’arbitro di Recoaro Terme si fosse rivolto ai colleghi della VAR. Gli stessi però lo hanno indotto in errore sulla seconda rete di Hamsik nei minuti di recupero. Annullata, ma il fuorigioco non si vede. Il sistema della VAR, che ieri ha deluso tutti senza falsare il risultato, rimane un argine parziale agli errori, quindi alle ingiustizie. Non si potrà parlare quest’anno di scudetto taroccato.
Il Napoli non si lascia bloccare dai consueti espedienti tattici dell’Atalanta. Controlli serrati a uomo. Solo all’inizio tradisce qualche disagio: Ilicic è un’ossessione per Jorginho, Il trentenne sloveno parte a destra, ma nella fase passiva piomba sul costruttore di gioco, obbligando Koulibaly a distribuire. In più serie difficoltà è Zielinski, che sostituisce Hamsik all’inizio. Incappa nel più potente Cristante. Il Napoli supera indenne l’aggressiva attenzione, perché Allan si supera. Recupera palla, corre ovunque, si propone per aprire il gioco. Arguta l’immagine di uno spettatore: a Bergano hanno vinto i fratelli Allan. Già quanti ne erano in campo? Uno, due, tre. Accorata la sua partita, ecco uno che si è cucito la maglia sulla pelle. Incrocia un duro Freuler, ma prevale. L’Atalanta intanto frana sul miglior versante: gira a vuoto la sua catena di sinistra. Lo scontro si sposta stavolta all’esterno, dove Jorginho e Allan protetti dai solidi Albiol e Callejon resistono fino a dominare nella ripresa. Spinazzola, cursore sinistro del 3-4-3, è intralciato da Callejon, più avanti Papu Gomez dà qualche brivido a Hysaj ma conclude poco. Callejon e Hysaj sono protagonisti invisibili, meglio il primo che difende e corre senza palla. Sulla sua sinistra invece il Napoli non ha Ghoulam, assenza che condiziona da mesi Mertens. Mario Rui è sufficiente, ma concede troppo in fisicità per essere un difensore. In qualche scena lo si vede accanto allo scandinavo Cornelius, il più alto in A con il suo 1,97. Non sarà mai troppo presto recuperare al mercato peso e centimetri. Non era Verdi l’acquisto indispensabile. Si fa notare Insigne per una sguaiata reazione al giusto cambio. Evanescente. Ha arie da solista, un tempo dava sostanza e qualità. Stenta a trovare uno stile. Esce borbottando con la fascia di capitano, peccato. Va compreso. Leader si nasce”.


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