Corbo: “Quelle tre domande rimaste senza una risposta”
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Il Napoli sul campo è stato più brillante della Juve. Ma a Torino lascia altri tre punti e tre domande senza risposta. Perché il bomber del secondo posto, l’uomo che ha deciso la sfida, non è più qui? Dopo sole 11 partite, come mai le due squadre sono già così distanti nei punti, 27-20? A 26 anni dal secondo scudetto, De Laurentiis e Sarri sono gli uomini giusti per il terzo? La prima domanda. Non dispiace incassare 90 milioni, reinvestirne anche di più, allungare gli orizzonti della squadra. Il campionato dirà se sono stati spesi bene, se Sarri ha saputo allevare giovani di talento, se c’è stata fusione tra vecchi e nuovi. Bisogna però capire perché il Napoli non sia stazione di arrivo ma di transito, perché da Napoli i i personaggi vogliano fuggire, come da una camera a gas. Mazzarri, poi Benitez, infine Sarri che il 27 maggio era pronto a disoccupazione e penali. Lo stesso per i bomber: Lavezzi, Cavani, Higuain.
La città soffoca di affetto gli idoli del calcio. Cavani non si è mai sentito libero di passeggiare lungo la spiaggia di Lucrino o vivere le sue passioni. Lavezzi, come Maradona, rischiò di essere attratto dalla città peggiore. Sulle notti di Higuain e di altri quattro si è sentito di tutto, tra Parco Matarazzo, Capri e Pozzuoli, magari esagerando. Un dato c’è: furono ordinati ritiri punitivi per sospetti stili di vita. Ma è anche vero che, ben pagati, i big non hanno mai avuto la percezione di puntare al massimo, in Italia ed Europa.
La seconda domanda coinvolge presidente e direttore sportivo Giuntoli. Non si è mai capito se gli acquisti siano stati graditi o subiti da Sarri. Qualcosa non ha funzionato. Comunicavanopoco. Si sapeva che era dubbia la permanenza di Higuain. Bisognava dalla primavera bloccare quindi un attaccante di qualità, e mollare Gabbiadini scontento e incompreso. La soluzione è stata raggiunta alla fine: il giovane Milik. E Gabbiadini? Prima affidato al suo agente perché lo vendesse in Inghilterra, poi confermato dopo il no di Kalinic e il folle costo del ventottenne Pavoletti. Vero, sono arrivati giovani di talento, ma giovani, insiste Sarri. Milik e Zielinski, Diawara che si è rivelato a Torino, Maksimovic e Rog presto, una delusione solo Giaccherini, esausto come Chiellini e Insigne dopo gli stressanti e ingloriosi Europei con Antonio Conte. Mercato interessante, ma non è stato chiaro il programma. Napoli competitivo subito o nel tempo?
I nuovi sono arrivati in ritardo, e tardi è cominciata la fusione con i vecchi. Per avviarla, Sarri ha prima atteso dal campo i segnali negativi su Hamsik, Insigne, Jorginho, Gabbiadini, Ghoulam. Cominciano solo ora gli esperimenti.
Anche la terza domanda, collegata alle prime due, va rivolta a presidente e tecnico. Comincia un ciclo lungo, proiettato verso integrazione, conferma e crescita dei giovani per puntare al vertice, o il Napoli sarà ancora un traguardo volante, un successo effimero dei migliori che lo tagliano per poi sparire nella nebbia? Esempio: scatta la clausola anche per liberare Milik, Koulibaly e Diawara, altri? Il Napoli compra per vincere o per far poi cassa? C’è una terza via: far coincidere profitto e scudetto. Dipende dal pieno accordo tra De Laurentiis e Sarri. La Juve dimostra che è possibile: elevare i fatturati e far maturare la squadra nella ricerca ostinata della vittoria, dei cambi di formazione e modulo in corsa. Il bel gioco da solo è una ossessione. Si è visto: ancora una volta a Torino ha vinto il peggiore.
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