Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Il Napoli non si è mai fermato dopo il 5-3 sul Torino, è arrivato a Firenze troppo sicuro, di afferrare la quarta vittoria consecutiva in campionato. Poco più di 20’ e Insigne ha annunciato la serata di festa con una granata rotonda da fuori area, interno destro e palla all’incrocio. Ha continuato a correre, spaventando per tutto il primo tempo la Fiorentina. Il tema tattico cambia nella ripresa, purtroppo. Perché il Napoli non può trarre vantaggio dal suo netto dominio del gioco e dal disagio della Fiorentina. Il 4-2-3-1 favorisce il Napoli su quella fascia, perché Salcedo è in affanno nel controllo di Insigne ed a Chiesa sfugge Ghoulam. Inutili i tentativi di Sousa di creare la superiorità numerica a centrocampo, perché il giovane Cristoforo al centro del terzetto appare disorientato, né il Napoli riduce velocità, ambizione, euforia. Alla squadra azzurra riescono passaggi difficili in velocità, una mobilità abbinata alla precisione per fa impallidire la Fiorentina per tutto il prino tempo.
L’infortunio muscolare di Chiriches, puntuale nel difficile contrasto di Kalinic, complica il piano difensivo, che già rinuncia a Koulibaly. L’inserimento di Maksimovic tradisce qualche imbarazzo, fatale nella ripresa un fallo per fermare la fuga di Kalinic in contropiede. Inivitabile il pareggio. C’era da aspettarselo, perché il Napoli insiste nel rischio: troppi giocatori davanti alla linea della palla. Tutto bene, finché finché corre di più e anticipa gli avversari sulle secondo palle. Accade qualcosa di importante che limita la superiorità del Napoli. Sulla fascia sinistra del Napoli riemerge Chiesa, sulla sinistra esplode Bernardeschi che mette alla frusta Zielinski che ha capacità difensiva inferiore all’esuberanza. Ed è lui, Bernardeschi, che rimette in pari il risultato due volte, almeno la seconda segnala il ritardo di Reina nel volare a sinistra.
Ovvia la riflessione: fortunati i cambi, fuori l’inutile Cristoforo per Zarate che ripaga segnando il terzo. Fortunato anche quello di Sarri, che rispolvera Gabbiadini per Diawava. In una partita giocata a cento orari, ha mostrato segni di appannamento Hamsik. Evitata la sostituzione già domenica scorsa, il capitano rimane ancora in campo. Il Napoli ricade nei soliti errori: si sente invincibile, i formidabili Insigne e Mertens lo accreditano di una forza offensiva straordinaria, tocca a Gabbiadini nel finale rendere giustizia caricandosi di enorme responsabilità: segna il rigore di un pari persino avaro per il Napoli tutto coraggio e poca astuzia. Quanti gol deve segnare per mettere al sicuro la vittoria?
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