Il suo pensiero
D
alla lunga pausa azzurra torna un Napoli sconfitto e ottimista. Nella corsa allo scudetto non decidono solo gli arbitri, anche sfuggenti dettagli. La Germania rimanda in Italia delusi e malconci gli juventini della Nazionale. Buffon, il gigante dei record, ha i guantoni bucati da otto gol. Quattro del Bayern in Champions, altrettanti dalla Germania. Bonucci rimedia un infortunio muscolare che si aggiunge agli altri. Il dubbio è fondato: la Juventus è forse usurata da una rincorsa logorante in campionato, oltre che dagli straordinari in Champions e Coppa Italia? Si vedrà nelle prossime partite, ne mancano otto, non è mai elegante ipotizzare una flessione della capolista, e questo è solo un dubbio. Ma diventa una certezza la qualità del Napoli non solo nella guida tecnica, nel gioco, nella cultura del sacrificio. Esemplare è l’assistenza del preparatore atletico e dello staff medico. Questo binomio, sempre trascurato, rappresenta un elemento di sicura superiorità nel campionato di serie A . Se ne parla poco a Napoli, molto tra gli esperti di calcio. Era già nota la tendenza: il Napoli è da anni la squadra con il minor numero di “indisponibili” nel quadro delle partite in programma. Un primato significativo. Perché non solo cura bene gli infortuni, ma ha una tecnica speciale per prevenirli. Proprio la Nazionale certifica questi vantaggi: preparazione atletica e prevenzione infortuni. Molti si concentrano purtroppo sull’ultimo risultato del doppio test, a quasi 70 giorni dagli Europei. Trascurano anche i commenti dopo il pareggio di venerdì a Udine. Rimettiamo invece tutto in discussione: perché la Nazionale regge bene con la Spagna e miseramente crolla con la Germania che aveva riposato un giorno in meno? La stessa Germania che aveva appena perso sabato sera in casa (2-3) con l’Inghilterra? Non si spiega perché la Nazionale resista così bene ai campioni d’Europa 2012 e si lasci travolgere mollemente dai campioni del mondo 2016. Un motivo dev’esserci. Suggestiva è una ipotesi. Non dipende solo dalle scelte illogiche di Antonio Conte, tra queste il tandem in verticale Giaccherini-Insigne nella speranza di copiare la catena di sinistra del Napoli. Giaccherini non è Hamsik. C’è un punto fermo: il brusco cambio di trainer e metodi tra i vari club e la Nazionale. Prima partita più che decorosa, avendo i giocatori la condizione abituale. Seconda pessima, dopo un ritiro segnato da preparazione atletica e assistenza diverse. Conte ha imposto idee e collaboratori suoi. Persino un nutrizionista accreditato di effetti ai limiti del prodigio. Sarà vero? Non resta che attendere gli Europei.
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