Antonio Corbo su La Repubblica: “L’esorcista Mertens scaccia subito tutte le paure. La sua, temeva forse anche lui una flessione. Quella di Insigne, coinvolto nell’atmosfera di festa e nella curiosità della inedita posizione di trequartista. Quella della squadra, turbata dal momentaneo primato dell’Inter e dal gol lampo di Taarabt. Quella di Sarri, che vede sbandare all’inizio il centrocampo per l’impalpabile presenza di Zielinski estraneo alla partita nei primi 20’, doppione di Hamsik, mediano di inserimento a sinistra, ruolo che invece consiglia a destra un incontrista per necessario equiilibrio. Quelle di un concitato finale. Ma il calcio quasi sempre premia il più forte in campo, e ci pensa stavolta l’irresistibile Mertens, bomber magico nei colpi, è la tecnica che diventa gioia. Sistema il morale e la classifica.
Prevedibile il Genoa nella caparbia impostazione di Juric. Avvio fulmineo e controlli ravvicinati in tutte le zone del campo. Rigoni, la mente del centrocampo, non perde di vista Diawara, che però ha coraggio, estro e buona mira per ribaltare il gioco, è lui che raggiunge Mertens con un lungo passaggio alto, quello che il micidiale fantasista sistema all’incrocio del primo palo, dopo aver bruciato sullo scatto Rossettini. Il Genoa con il 3-5-2 raddoppia sulle fasce: Lazovic sulla destra con la scorta del napoletano di Scampia Izzo incrocia Ghoulam, e si propone in zona tiro. A sinistra Laxalt a sua volta protetto da Zukanovic conferma i disagi attuali di Callejòn. Il Genoa esaurita la carica si accorge che paga a centrocampo la lentezza degli interni nella linea a cinque: Veloso e Bertolacci concedono abbastanza ad Hamsik lucido solo per un’ora e a Zielinski che può così riprende quota su uno scenario che vede lentamente spegnersi la squadra fino alla reazione tattica del focoso Juric.
Non solo Mertens svetta, i suoi gol sono euforizzanti dopo il paretti senza reti con l’Inter e il timore di un attacco affaticato, in attesa che arrivi Inisgne, ricambio di lusso. Proprio Mertens sembra rassicurare Insigne, opaco nel primo tempo, brillante nella ripresa quando serve proprio al partner belga l’assist del terzo gol. Insigne è ritrovato ormai, al contrario di Callejòn che Sarri è costretto a cambiare per primo, scegliendo la migliore soluzione. Non Ounas, ma Rog perché intanto il Napoli ha abbassato il ritmo, nella illusione di gestire il vantaggio senza troppa fatica. Errore, errore grave, perché il Genoa risale con le due sostituzioni di Juric. Lapadula, l’attaccante del gran rifiuto al Napoli, subentra a Galabinov. Il congolese Obeonga rileva l’astratto Veloso.
Cambia davvero tutto, e Sarri dopo il gol di Izzo fiuta venti di buriana inserendo finalmente un altro incontrista dopo Rog, ritirando ancora una volta Hamisik, si perde ormai il contro delle sue sostituzioni. Juric si convince ad eliminare l’altro compassato centrocampista, Bertolacci, per svegliare tutti i sentimenti di rivalsa nell’ex Pandev. Funziona meglio il Napoli nel finale improvvisamente difficile, perché Rog e Allan portano una forza fresca, riequilibrando i rapporti di forza. Ci si mette anche Giaccherini, murato vivo in panchina, ed ora al posto di Insigne negli ultimi minuti pronto a dare pronto soccorso. I ricambi ci sono, quindi. Vanno inseriti in misura maggiore e al tempo giusto. Qualche volta anche dal primo minuto”.
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