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Castellammare di Stabia

Corbo: “L’arrivo di Icardi a Napoli corrisponde al ponte sullo stretto”

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Antonio Corbo per La Repubblica

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uei quaranta euro per un biglietto di curva sono una sfida. Uno schizzo d’ira. Un gesto di autolesionismo che mina la sua già modesta popolarità. Nelle stesse ore De Laurentiis, girando intorno alla Sicilia con un panfilo a nolo di 36 metri, indovina forse la rotta per portare il club più vicino alla Juve, almeno nei fatturati. Vede ad Oriente la nuova cassa. I cinesi arrivano a Milano, lui viaggia al contrario. Cina, India e un po’ meno Giappone sono le nuove frontiere del calcio: troverà spazio il marchio Napoli?
Litiga con i tifosi portando a prezzi inaccettabili i tagliandi riservati a giovani e meno ricchi. Un errore che avrebbe meritato il commento del sindaco, ricordando il limite etico e contrattuale dei 25 euro, e attira già l’attenzione di prefetto e questore. Una decisione così drastica in giorni di tensioni e disamore può riflettersi sull’ordine pubblico il 28, sabato di Napoli-Milan. Ma per lo stesso Napoli, l’esuberante presidente insegue sogni di grandezza finanziaria: c’’è tutto De Laurentiis in questa contraddizione, il suo stile di vita, come chi nasce sotto un segno doppio. De Laurentiis ha le visioni e i malumori, la stizza e gli slanci di un incorreggibile “Gemelli” di 67 anni.
La scelta di sondare i mercati asiatici è di due anni fa. Cominciò con il cinema, deluso da qualche incasso e dalla chiusura di sale convertite in grandi magazzini. Si aggiudicò i diritti di film americani da vendere in Asia. L’interesse del governo cinese, che pianifica un movimento di 50 milioni di calciatori in 5 anni, riporta De Laurentiis sui quadranti asiatici. Si parlava già a luglio di fatturati: il divario dei club italiani con spagnoli, inglesi e tedeschi ne determina le gerarchie. L’Italia non va oltre il quarto posto nella scala europea, ed il Napoli in A non supera il secondo, dietro la Juve che fila verso i 400 milioni, quasi il doppio.
Il Napoli non ha investito in strutture. Sono robusti gli introiti delle tv, ma è solo quinto negli incassi al botteghino e nei ricavi commerciali, nonostante vada al massimo la sezione marketing diretta da Alessandro Formisano. Vende anche millimetri di pubblicità in un contesto economico depresso.
I fatturati andavano elevati, quindi. Erano ormai un alibi per giustificare il divario con la Juve. De Laurentiis ha capito e reagito. Primo sguardo al mercato americano e al Niaaf, fondazione di vip italo-americani. La svolta ora, con l’ingaggio di una donna manager entrata nel calcio attraverso Juventus e basket americano, Serena Savione, laurea alla Bocconi, quattro lingue. Si conferma così il progetto. Il Napoli investe nel marketing affiancando finalmente la sezione Esteri all’attuale. Tra le ipotesi, anche una squadra satellite e più avanti una Superlega laggiù con grandi club europei.
Una prospettiva interessante, ma che non attenua i tormenti di questa lunga vigilia della serie A.
L’arrivo di Icardi a Napoli corrisponde al Ponte sullo Stretto: a molti piace, tutti ne parlano, di concreto neanche un mattone. Tutto spunta e svanisce come i tweet di Wanda Nara, la bella strega che illudeva il Napoli e batteva cassa con l’Inter. Si disperde nella fantasia del calcio mercato anche l’affare Teves, l’ormai maturo argentino liquidato dalla Juve dopo la sconfitta nella finale Champions. Se non è stato in cura da Chenot, difficile che sia diventato più agile e giovane dopo i languori del Boca Junior. Sarri l’ha bocciato subito. Ed il presidente è risalito a bordo, pensando alla Cina. Annunci di acquisti, valanghe di rifiuti, trattative ancora sospese, il silenzio e lo sconcerto di Sarri. Solito Napoli: un occhio piange, l’altro sogna.


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