L’analisi di Antonio Corbo della partita Udinese-Napoli
Antonio Corbo analizza la partita Udinese-Napoli nell’edizione di oggi del quotidiano La Repubblica di Napoli: “Oddo ha chiuso tutti gli spazi e Sarri ha rinunciato al solito possesso palla: con 4 stelle sottotono, è il pacchetto arretrato a lanciare il gruppo. Si presenta un Napoli diverso all’appuntamento che vale un quarto di scudetto. Con la Juve, venerdì sera. È così cambiato da somigliare proprio alla squadra che sa vincere anche giocando male. In tre partite ha smesso lo smoking da serate d’onore per infilare la tuta, quella scura da officina di borgata, la stessa del suo allenatore. Tre vittorie che non si dimenticano: Milan, Shakhtar, Udinese valgono il primato in serie A e uno spiraglio in Champions. Passare nel giro di una settimana dalla grande bellezza alla grande astuzia, scaduta ieri a Udine nella tattica più cinica e speculativa, non è una resa. Ma una conquista. Perché il Napoli sopravvive alla flessione dei suoi quattro migliori elementi e al blackout della catena di sinistra come riesce solo alle squadre solide, destinate al successo finale: opponendo la forza compatta dell’organizzazione difensiva. L’uomo simbolo della partita è Maggio: non è un caso. Il più anziano con i suoi 35 anni ben portati, il più discusso nell’estate avara delle rinunce si è rivelato difensore tenace, puntuale, scattante sulla fascia destra, alle spalle di un evanescente Callejòn. Ha chiuso quel canale al ceco Barak e all’iracheno Alì Adnan in arrivo da lontano, come al più elegante ma inconcludente biondone argentino De Paul. Già, l’Udinese delle mille bandiere. A Udine il Napoli abbandona il possesso palla insistito, l’occupazione della metà campo avversaria, la penetrazione dalla sinistra e le conclusioni con i tagli laceranti di Insigne. Ci provò con il Chievo: pareggio senza reti. Non può ripetersi ora, ed è subito chiaro perché. Il possesso palla chiede precisione, e sono molti i passaggi inesatti. L’invasione degli spazi arretrati dell’Udinese è solo parziale, perché il nuovo allenatore Massimo Oddo ben trasforma il 4- 4- 2 dell’immutabile Delneri in un coeso 3-5-1-1. Copre tutti gli spazi difensivi con almeno otto elementi. Non solo, il Napoli manca nei punti nevralgici del suo congegno offensivo. Hamsik è ancora sotto tono. Mertens e Callejòn sono appannati. Ci si mette anche Insigne, poco pronto e mai illuminante, finito in un capannello a sinistra con Angella, Widmer e Fofana. Ma come ha fatto a vincere il Napoli in queste condizioni? Un’irruzione sulla destra, Allan e Maggio insieme entrano in area, due contro uno: si lancia contro di loro Angella che stende Maggio. Il rigore è affidato a Jorginho e non a Mertens, non si capisce perché, ancora meno se ne intende il motivo osservando che i due parlano dopo il rigore calciato su Scuffet e ricacciato in rete. Jorginho sembra dire al bomber della squadra: « Tranquillo, il prossimo lo batti tu » . Dettagli, conta quel gol ed è quanto basta al Napoli per costruirvi una vittoria. Manca un’ora alla fine ma Sarri e la difesa vi riescono. Sarri non chiede mica l’assedio asfissiante, ma accetta un controllo sicuro a tutto campo. Senza attacchi temerari e senza rischi. Attende come sempre la ripresa per i cambi. Non è Hamsik il primo ad uscire, ma Jorginho perché l’incontrista Diawara protegge meglio la difesa. Sarri teme Lasagna appena entrato e un ritorno di fiamma dell’Udinese dopo l’uscita di Perica. Ma punta sulla difesa. Si converte al pragmatismo. Che cosa non si fa per uno scudetto? Maggio, Koulibaly e Chiriches bravissimi con il discreto Hysaj a sinistra sono cemento armato. Zielinski si conferma ala tattica di buona memoria rilevando Insigne a sinistra. Può fermarsi Hamsik che liberare quell’alano chiamato Rog. L’ultima immagine è la parata di Reina sul tiro secco Barak, il secondo dell’Udinese. Al Napoli ne è bastato uno solo, battuto due volte. E questo dice tutto. Sulla forma dei migliori ed il valore immenso di una vittoria a cinque giorni dalla Juve“.
Lascia un commento