I
l Napoli entra nel 2016 con un secondo posto carico di attese e responsabilità. Ad un solo punto dalla capolista Inter. Nella storia moderna del club è il risultato più interessante. Lo stesso piazzamento, alla fine del campionato 2012-2013, l’anno di Mazzarri, è stato molto brillante. Identica la media punti (2,05 a gara) ma la squadra non fu mai in lotta con la prima Juve di Conte, finendo ben lontana: 87-78. Stavolta sono concrete le possibilità di scudetto, legate tuttavia a cinque incognite. Il mercato di gennaio, la velocità di inserimento dei nuovi, la capacità operativa di De Laurentiis in tandem con Giuntoli, la duttilità di Sarri nell’aggiornare l’assetto tattico, il contributo di Insigne finora prezioso ma lunatico. Superata la sbornia di elogi e annunci, insidiosa come quella dei dolci natalizi, si può fare il primo punto sul mercato. Si apre oggi con un dato: il Napoli non ha comprato nessuno, ma niente paura. I cronisti danno tutti i dettagli sugli obiettivi e i tifosi sono avidi di notizie: l’euforia è documentata dai quasi 20mila biglietti già venduti per la notturna del 6 gennaio con il Torino. Ma una certezza c’è: l’impegno del presidente a comprare almeno due giocatori di qualità. Conviene credergli: impensabile che non abbia seguito il fragoroso annuncio di Capodanno, un rischio insostenibile per la sua attendibilità. Arriveranno due giocatori quindi, ma chi? Partiamo dai nomi ricorrenti. L’uruguaiano Vecino e il serbo Maksimovich. Il primo è perfetto per le esigenze del Napoli: Matias Vecino Falero ha l’età giusta, 24 anni. Può sostituire sia Allan che Hamsik. Conosce sia il calcio italiano (Empoli e Fiorentina) che Sarri. Si inserisce subito. Stessa età per Nikola Maksimovich, difensore centrale che può subentrare per fisicità più a Koulibaly che ad Albiol. Non conosce però i movimenti delle difese di Sarri. Non sono esclusi altri nomi, ma è importante la celerità. Gennaio passa in un soffio, il Napoli non può attendere. I tempi di acquisto chiariranno se funziona davvero il Napoli, ora che a pieno titolo Cristiano Giuntoli si affianca a De Laurentiis e al prudente Chiavelli, considerato il mago delle clausole. Anche l’eccellente Sarri è alla prova nella volata scudetto. Il modulo è stato però ben studiato dagli avversari. Ecco perché le squadre di tecnica inferiore attuano delle contromisure: dal Genoa in poi bloccano la fase di costruzione a centrocampo, marcando stretto Jorginho e Hamsik. Questo impedisce al Napoli di ribaltare subito il gioco con proiezioni verticali. Non è ozioso approfondire ripartenze con triangoli veloci sulle fasce e altri sistemi alternativi. Fondamentale, al pari di Higuain, il rendimento di Insigne. Dovrà ripetere alcune strepitose prove, senza cedere ad egoismi e languori. Nella volata scudetto si gioca in chiave personale gli Europei. Far ricredere il testardo Conte è quello che tutto il Napoli, dal presidente ai tifosi, si augurano. Una storia nella storia. Già, i tifosi. Sembra eccessiva l’attenzione sui nuovi arrivi. Rischia di oscurare i meriti di chi ha portato il Napoli a questo secondo posto. Niente di miracolistico, calma. Chi viene dovrà solo essere inserito su una piattaforma già rodata, che ha prodotto gioco spettacolare. I buoni ricambi consentiranno continui innesti e migliori cambi in corsa. Intrigante qualche rilancio: Valdifiori mercoledì sostituisce lo squalificato Jorginho, vediamo come va. E c’è Gabbiadini: se vince la sindrome dell’emarginato, è una micidiale variante tattica.
Antonio Corbo – La Repubblica
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