Antonio Corbo su La Repubblica
Antonio Corbo su La Repubblica: “Impossibile sostenere due grandi sfide in cinque giorni. Neanche il Napoli vi riesce, prima scommette tutto se stesso per sfondare la muraglia interista, poi deve arrendersi alla bravura di Handanovic e accetta il pareggio. Sarri ha rimandato in campo la stessa squadra con quel suo gioco che ripete come una cantilena, Spalletti aveva invece ha mandato a memoria il secondo tempo della squadra a Manchester, ed ha provato a bloccarne gli ingranaggi, senza trascurare Jorginho, affidato al migliore interista, l’illuminato Borja Valero, che ha perso il conto delle sue partite con il Napoli, ed ieri si è dovuto raddoppiare: ostruire il rivale, primo costruttore di gioco del sistema Sarri, per poi creare quello dell’Inter, trovando anche forza e tempo per disturbare Reina. Forse troppo gli chiede Spalletti, che a un certo punto prova anche a vincere. […] Un controllo a uomo, uno contro uno, stile vecchio calcio. L’ingresso di Joao Mario insospettisce Sarri, che replica con le annose sostituzioni: Hamsik cede il posto a Zielinski, quindi il tenace Allan a Rog. Il retropensiero di Sarri è chiaro: vede ampliare il volume di gioco intorno a Vecino, uno che Sarri conosce bene e fa ancora meglio a temere, perché con Joao Mario eleva il ritmo spostando in avanti il baricentro dell’Interal centro spostando in avanti il baricentro dell’Inter, al resto pensa Handanovic”.
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