“Buffon ha dato un brutto esempio”
Antonio Corbo, giornalista de La Repubblica, ha dedicato il suo editoriale presente sulle pagine dell’edizione odierna del quotidiano alla coppia Buffon-Donnarumma e delle loro infelici “uscite” dell’ultima settimana (in Champions per il portiere della Juventus e sul web per quello del Milan).
E
cco l’editoriale di Corbo:
“Le furbine di Miss Italia si accreditano tutte così. «Sono una ragazza semplice, amo la mia famiglia. Gioco con i fratellini e sogno la pace nel mondo». Anche Gianluigi Donnarumma si ispira alle belle ragazze che sfilavano a Salsomaggiore. «Chi mi conosce sa che sono sereno, sobrio, trasparente», si descrive il 25 febbraio 2017, giorno del diciottesimo compleanno. L’età dell’innocenza. Le giovani donne andavano al gran ballo delle debuttanti per entrare in società, “Gigio” debutta invece sul sito che si è appena donato per entrare nel web. Sereno, sobrio, trasparente. Nessun dubbio fino a poche ore fa. Quando accade qualcosa di imprevisto, i rischi della beata modernità. Circola un video, un brutto video in cui Gigio è trasparente fino a rivelarsi nella sua più rozza enfasi. Traspare come un volgare cultore della sua bravura di portiere, un pacchiano anti-tifoso del Napoli, un burlone che finge di scusarsi con un amico per aver negato a Milik un gol e al Napoli una fetta di scudetto. «Volevo fermare quella mano, ma non ci sono riuscito», recita. Si abbandona per esultare ad un «vafamm…», saporito e soddisfatto. Tradotto: fregati, mio caro Napoli. Ancora peggiore il commento di un signore accanto: scuro scuro, con baffi e ciuffo, come può essere chi fa uno spot al rhum che si beve nei peggiori bar di Caracas. Già, si scusa Gigio, è così bravo da non poter fermare quella mano, come no? Manderà presto un altro video: un equivoco, eterno amore al Napoli, bisogna credergli, vero? Succede tutto a Gigio, il ragazzo sereno, sobrio e trasparente che il 6 luglio dello scorso anno sbagliò non una parata, ma un indirizzo. Appena diciottenne era atteso al “Pollini di Mortara” a Vigevano per sostenere da privatista l’esame di ragioniere. Ma la fatica del contratto firmato con il Milan, sei milioni l’anno ed uno in più per il fratello Antonio, lo aveva stressato. Ci si mise anche il suo sobrio e trasparente agente: ricorderete, Mino Raiola lo dirotta dall’istituto professionale alle spiagge di Ibiza. Sarebbe andato a sostenere l’esame, se non avesse saputo che all’aeroporto c’era un jet privato tutto per lui, roba da supermanager, fattura a carico della Raiola Production. I ragazzi della sua età mandavano le cartoline. Quelli del suo tempo un sms. Una chat. Meglio un video. E quello che oggi fa il giro virale del web dà un’immagine lievemente diversa dell’agile campione che indosserà in Nazionale la maglia numero uno di un monumento, chiamato Dino Zoff. Ma altri tempi, di chi parliamo? Gigio avrà quella di un altro portiere più fedele allo stile di oggi. Buffon, anche lui Gianluigi, detto Gigi, un nome un destino. Buffon che immagina monnezza, “una pattumiera”, nel cuore dell’arbitro che lo espelle senza prima riflettere. Nel giorno dell’imbarazzante video, riceve un tweet proprio da Buffon: complimenti per la gran parata su Milik. Bel gesto del vecchio al giovane portiere. Ma si scorge anche un cenno d’intesa. Quella mano «che non si è fermata» ha solo messo il Napoli a sei punti della sua Juve. Ma Buffon è anche lui sereno, sobrio, trasparente. Scrive senza riflettere. Che strano il calcio, c’è sempre qualcuno che prima ferisce, poi ci pensa. Sono i milionari numeri 1 della povera Italia respinta dai Mondiali 2018”.
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