Il premier in Senato: 18mila persone hanno abbandonato case. Sfollati in aumento.
La Francia nega di essere dietro l’attacco di Haftar mentre Salvini continua con le sue smargiassate e a dichiarare: “profughi o no, porti chiusi” lanciando così l’ennesima e solita sfida da bulletto di quartiere all’ordinamento giuridico e costituzionale italiano pronto, ovviamente, a piatire – nuovamente – protezione dal parlamento.
P
unti Chiave Articolo
Intanto e per ora, però, l’unica cosa seria e preoccupante è che la comunità internazionale resta divisa sulla ricerca di una soluzione per la crisi libica, lasciando così il passo solo alle armi e al rischio di una escalation che imprigiona migliaia di persone tra la guerra a terra e una fuga, senza possibilità di soccorso, in mare.
Lo stallo diplomatico è fotografato, come evidenziato dall’agenzia AGI che riporto, dallo scontro al Consiglio di sicurezza dell’Onu: la Russia ha fatto sapere che appoggerà solo una risoluzione “equilibrata” che non attribuisca responsabilità dell’attuale situazione a una delle parti.
No quindi alla proposta britannica, in cui si attribuisce la responsabilità primaria dei combattimenti al maresciallo Khalifa Haftar e alla sua offensiva su Tripoli contro il Governo di accordo nazionale, guidato da Fayez al Serraj.
Situazione bloccata anche sui campi di battaglia
L’impasse riguarda anche la situazione militare. Le “divisioni nella comunità internazionale” hanno “incoraggiato” il maresciallo della Cirenaica a tentare la sua conquista di Tripoli, ha spiegato l’inviato dell’Onu nel Paese nordafricano, Ghassan Salamé, indicando che “dopo i primi successi militari vediamo che le operazioni dell’Esercito nazionale libico sono in una fase di stallo” avvertendo anche che, però, si è in una situazione di “conflagrazione crescente”.
Le Forze di protezione del Sud, parte delle milizie di Tripoli fedeli al Governo di accordo nazionale, hanno annunciato di avere il controllo sulla base aerea di Tamanhint a Sabha e di aver compiuto nella mattina raid sulla base di Giofra, distretto a sudest della capitale, occupato in parte dalle milizie di Haftar. Quest’ultimo, nella notte, aveva fatto bombardare la zona di Wadi Rabie, a est della capitale.
A fare le spese della guerra sono, come sempre, i più vulnerabili. Il bilancio delle vittime complessivo è di 205 morti e 913 feriti, gli sfollati sono almeno 25.000.
Inoltre, circa 3.000 tra migranti e rifugiati restano bloccati nei centri di detenzione vicini alle aree della battaglia.
Le strutture mediche – ha riferito Medici senza frontiere (Msf) – hanno scorte di medicinali per appena due settimane e molte persone restano senza acqua ed elettricità per giorni.
Non sono più possibili, inoltre, i trasferimenti medici verso gli ospedali di Tripoli da altri centri fuori città, con impatti preoccupanti per decine di pazienti.
Una delle poche disperate opzioni, per libici e non, è di fuggire dai combattimenti attraversando il Mediterraneo.
Msf ha spiegato di non essere in grado di verificare se le partenze in mare siano aumentate ma ha avvertito che “in assenza di qualsiasi meccanismo di ricerca e soccorso dedicato nel Mediterraneo centrale, la vita delle persone è a rischio tanto in mare quanto a Tripoli”.
Le preoccupazioni di Conte
“L’obiettivo immediato” è il raggiungimento di una “tregua” in Libia e la “soluzione politica è l’unica sostenibile”. È quanto ha ribadito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’informativa al Senato.
Salvini dice no, la Francia nega
Pronta la replica di Salvini:
“È vero che nelle prigioni libiche ci sono centinaia di terroristi che sono stati catturati di ritorno dall’Isis. Stiamo lavorando perché la Libia non salti e spero che tutti stiano facendo lo stesso. Spero che anche il governo francese ci dia una mano a buttare acqua sul fuoco, e non benzina della Total per interessi economici”.
“È chiaro – ha sottolineato il ministro – che ci sono dei potenziali terroristi, anzi dei sicuri terroristi, pronti a partire in direzione dell’Italia, quindi a maggior ragione chi dice ‘porti aperti’ in un momento come questo fa il male dell’Italia e dell’Europa”.
Intanto la Francia respinge come “completamente infondate” le accuse del ministro dell’Interno della Libia, Fathi Ali Bashagha, secondo il quale Parigi sostiene il maresciallo Khalifa Haftar.
“Le dichiarazioni di Tripoli circa un sostegno e una copertura diplomatica a favore di Haftar sono completamente infondate”,
ha dichiarato un alto funzionario del ministero degli Affari esteri francese.
Lascia un commento