Nella prima parte dei lavori, iniziati alla presenza di 35 consiglieri, la relazione illustrativa dell’assessore al Bilancio e il dibattito generale
span style="color: #000000;font-family: georgia,palatino,serif">Presieduta da Alessandro Fucito, la seduta odierna del Consiglio comunale è iniziata alla presenza di 35 consiglieri. In apertura, la consigliera Caniglia ha comunicato all’Aula la formazione, insieme ai consiglieri Solombrino e Zimbaldi del nuovo gruppo “Ce simme sfasteriati” con la finalità di costituire un’area moderata all’interno della maggioranza, con capogruppo il consigliere Solombrino.
L’assessore al Bilancio Panini ha quindi illustrato la delibera di G.C. n.2 del 4/1/2018 di proposta al Consiglio (Dichiarazione della volontà di avvalersi della facoltà di cui all’articolo 1, commi 888 e 889 della L. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018). Fissazione della nuova durata del piano di riequilibrio) che giunge, ha detto, a conclusione di un lungo percorso. Con l’atto proposto vi è la richiesta formale al Consiglio di autorizzare l’avvio della procedura di presentazione di un nuovo piano rimodulato per un periodo di venti anni e questa dichiarazione deve essere inoltrata entro quindici giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio, quindi entro il 15 gennaio. Entro i quarantacinque giorni successivi, poi, dovrà essere presentato il piano rimodulato. La legge finanziaria prevede anche la possibilità di riprogrammare nel piano l’insieme del debito maturato dal comune nel corso dei 20 anni, qualunque sia la quantità del debito. Dopo il voto del Consiglio avremo tra gennaio e febbraio i seguenti atti da approvare: il bilancio preventivo 2018 entro fine febbraio, il riaccertamento e la rimodulazione completa del piano di riequilibrio. Va dato atto dell’impegno del governo, di tutti i gruppi parlamentari e delle commissioni per ottenere questo risultato, frutto di un impegno straordinario di attenzione alla situazione dei comuni in predissesto. Insieme a questo ringraziamento, ha detto Panini, va affermato però con determinazione che queste norme hanno un luogo di origine in Napoli e nell’intenzione del Sindaco che tra luglio e agosto ha avviato una discussione che ha posto all’attenzione politica la situazione dei comuni in predissesto. Insieme all’Anci siamo riusciti a costruire su questo una convergenza sui contenuti da inserire in legge finanziaria. Dentro questo percorso, però, fino all’ultimo non sono mancate le sorprese, all’interno del lavoro emendativo, con norme pensate per Napoli che hanno corso il rischio di non essere approvate in commissione. Questa discussione non si conclude comunque con l’approvazione della legge finanziaria, ma continuerà in un’alleanza di città del sud, come proposto al sindaco de Magistris dal sindaco di Catania.
Il dibattito successivo è stato aperto dalla consigliera Valente (Partito Democratico), che ha detto di aver immaginato un intervento più di merito sui contenuti della delibera, sulla quale ha annunciato astensione del gruppo del Partito Democratico. La scelta di oggi è impegnativa, e per questo sarebbe stato utile approfondirne i contenuti. Apprezzamento invece va ai ringraziamenti al Governo, magari esplicitando il ruolo determinante del Partito Democratico, un’assunzione di responsabilità del governo nei confronti della città rispetto al disastro causato da scelte sbagliate, puntualmente ribadite nella pronuncia della sezione regionale della corte dei conti. Non è una semplice adesione ad un’offerta, questa, e andrebbe spiegato lo spirito con cui si va a riformulare il piano, che può esserlo solo per gli anni in cui ci impegniamo a spalmarlo, ma restano ferme le prescrizioni per i comuni della Corte dei Conti. Le scelte fatte dal governo sono state fatte nell’interesse di Napoli, nonostante il clima ostile dell’amministrazione, con il comune che rischiava concretamente il dissesto finanziario che avrebbe avuto un peso rilevante sulla vita dei cittadini in senso di qualità dei servizi offerti. Nella norma vengono distinti i comuni che hanno avute le prescrizioni da quelli che non l’hanno avute e va detto che non tutti i comuni in predissesto versavano nelle condizioni di Napoli. Questo nuovo piano è nuovo per la quantità, ma in continuità col piano precedente per quanto riguarda le prescrizioni, delle quali la più importante è che resta in piedi la reiterazione del comportamento e il primo mancato non rispetto degli impegni assunti comporterà il dissesto. Elemento centrale, questo, da chiarire per evitare che tra tre mesi ci si possa ritrovare punto e a capo.
Presieduto dal vice presidente Guangi, il Consiglio è proseguito con l’intervento del consigliere Rinaldi (Napoli in Comune a Sinistra) che ha rivolto una critica all’invito rivolto al Sindaco al comportamento da tenere, all’affermazione che il Governo avrebbe salvato Napoli e al tentativo di voler riportare come interpretazione autentica quanto deciso dal Parlamento e non dal Governo. Il primo impegno del programma elettorale di questa amministrazione è stato quello di evitare il dissesto finanziario della città, che ha ereditato un’amministrazione morta dopo vent’anni di governo democratico. Il Sindaco ha detto chiaramente dopo l’approvazione della norma di bilancio che il lavoro non è terminato, e va ricordato che la norma è stata approvata grazie ad un consenso ampio di tante forze politiche. Va intercettato un punto di vista comune che eviti lo scontro frontale e faccia ammettere che in questi sei anni si è lavorato per salvare la città. La norma in questione è frutto di una straordinaria collaborazione istituzionale tra chi ha la cultura di governo e ha deciso di sostenere tante città , tutte meridionali, in difficoltà.
Il Capo Ufficio Stampa
Mimmo Annunziata
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