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Consigli per i risparmiatori impelagati i MPS

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Mps, come difendere i risparmi

Un salvagente per i bond subordinati: potranno essere trasformati in obbligazioni normali. Chi non ci sta può rivolgersi a partire dal 9 gennaio all’arbitro finanziario istituito da Consob

MILANO – In questi giorni i risparmiatori guardano con preoccupazione a Siena. Le pericolose sorti del Monte dei Paschi hanno guastato le feste natalizie a migliaia di famiglie. Dopo lo stop alla ricapitalizzazione privata della terza banca del Paese, la palla è passata al governo che, nella notte del 22 dicembre, ha varato il decreto di salvataggio bancario sulla scorta dell’autorizzazione ottenuta del Parlamento. L’intervento di Stato è una buona notizia per i risparmiatori perché in questo modo vengono evitati i meccanismi di bail-in (salvataggio interno) e di conseguenza non vengono intaccati i depositi e i conti correnti. Inoltre vengono preservate le obbligazioni senior, che sono quelle più garantite, a scapito però di obbligazioni subordinate e azioni Mps che dovranno sopportare l’onere del salvataggio insieme allo Stato. Ecco cosa sapere e come difendersi.

I bond subordinati  

Il decreto salva-Mps ha previsto la conversione al 75 per cento del valore nominale per i bond Tier1 sottoscritti in prevalenza dalla clientela istituzionale e la conversione al 100 per cento del valore nominale per i bond Tier2 sottoscritti soprattutto dalla clientela “retail”, vale a dire i piccoli risparmiatori.

Non è però chiaro quale sarà il prezzo utilizzato per convertire il nominale delle obbligazioni in azioni (ovvero il tasso di conversione). In ogni caso è prevista una compensazione per i piccoli risparmiatori: la banca propone di scambiare le azioni frutto della conversione delle obbligazioni subordinate con obbligazioni non subordinate di nuova emissione. Il Tesoro acquisterà le azioni scambiate con le obbligazioni non subordinate di nuova emissione. Il risultato pratico, «al termine della procedura di compensazione orientata a tutelare i risparmiatori», è «che coloro che inizialmente detengono obbligazioni subordinate si troverebbero quindi a possedere obbligazioni non subordinate».

Cosa succederà alle azioni  

È ancora presto per formulare ipotesi su quella che sarà la sorte dei titoli Mps in Borsa una volta terminata l’operazione di ricapitalizzazione di Stato e ripresi gli scambi. Gli investitori potrebbero ritrovare fiducia e ricominciare a puntare sui nuovi titoli del Monte post operazione. Certo è che il salvataggio diluirà fortemente le azioni vecchie in circolazione prima della ricapitalizzazione precauzionale. Gli azionisti vecchi perderanno quasi tutto il valore del loro investimento e dovranno sperare che i nuovi titoli che si troveranno in portafoglio, enormemente diluiti dalla trasformazione dei bond subordinati in nuovi titoli azionari del Monte, ritornino a salire a Piazza Affari. Così potranno recuperare un po’ di valore.

L’arbitro Consob  

Gli investitori che non vorranno stare a quanto fissato con l’operazione Mps potranno rivolgersi al nuovo arbitro finanziario appena istituito da Consob. I ricorsi davanti a questo giudice riguarderanno soprattutto i bond subordinati, quelle obbligazioni ad alto rischio che molti risparmiatori si sono ritrovati in portafoglio senza essere consapevoli di cosa poteva accadere ai loro soldi.

La partita fra banca e investitori con profili non adatti a un investimento azzardato si potrà risolvere stragiudizialmente, in tempi ridotti e a costi minimi.  

Il nuovo arbitro sarà operativo dal 9 gennaio, giusto in tempo per affrontare le richieste dei numerosi risparmiatori del Monte dei Paschi di Siena.

Il rischio contagio

La ricapitalizzazione precauzionale della banca di Siena e soprattutto la possibilità di un completo rimborso dei detentori di bond subordinati retail, vale a dire dei piccoli risparmiatori che avevano le subordinate in portafoglio, lascia sperare in ricadute solo minime sulla fiducia nel sistema bancario italiano.

Insomma, l’operazione messa in piedi dal governo ha cercato di attenuare il più possibile il rischio di contagio a tutto il sistema. Di sicuro i passi fatti dal Tesoro hanno fatto tirare un sospiro di sollievo al settore bancario a Piazza Affari che, nelle ultime sedute prima della pausa natalizia, è tornato a essere acquistato e ha riguadagnato un po’ di terreno.

AZIONI: MOLTE OCCASIONI IN BORSA FRA I GRANDI DELL’EXPORT  

Il 2017 sarà un altro anno movimentato sui mercati. La volatilità potrebbe di nuovo appesantire i listini per le incertezze economiche e politiche in arrivo. Nonostante i rischi, gli esperti continuano a credere nelle azioni, che rimangono fra i pochi asset che ancora offrono rendimenti interessanti. Le azioni devono però essere scelte in modo oculato. «Nelle nostre strategie più prudenti preferiamo l’Europa e gli Usa – dice Alfredo Piacentini, managing partner di Decalia Am -. In questo momento ci sono più occasioni sull’azionario europeo ma con un rischio più elevato rispetto agli Usa». L’Italia? Qui gli esperti continuano a ripetere di guardare ai grandi esportatori con marchi consolidati e un buon management come Prysmian, Technogym, Ferrari.

OBBLIGAZIONI: TITOLI INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE E SCADENZE MASSIME A 4 ANNI  

Sull’obbligazionario mondiale si è andata formando una bolla speculativa negli ultimi anni. I prezzi sono saliti molto, sia sulla parte governativa, sia sulle obbligazioni delle società. Nel nuovo anno occorrerà maggiore prudenza su questo particolare segmento, in particolare in vista di un possibile rialzo dei tassi da parte delle Banche centrali e in particolare della Bce. Per affrontare al meglio i cambi di politica monetaria, gli esperti consigliano di ridurre le durate dei titoli su cui investire e di non superano i 3-4 anni. Un’idea su cui puntare nel 2017 potrebbe essere quella dei bond indicizzati all’inflazione in Europa e in Usa. Questo in vista di un ritorno del caro-prezzi che farebbe automaticamente salire il valore di questi bond.

MATTONE: IL MERCATO DELLA CASA RIPARTECOI TASSI DEI MUTUI AI MINIMI  

Sull’immobiliare sta tornando la fiducia. Le occasioni per chi sta cercando casa non mancano dopo il forte calo dei prezzi dal 2007 in poi. Per gli esperti, il nuovo anno vedrà ancora quotazioni stabili. All’orizzonte potrebbe però prepararsi un rialzo dei tassi d’interesse sui mutui. Il cambio di passo della Fed in America e il recente rialzo degli indici a cui sono parametrati i nostri mutui portano a prevedere un incremento in arrivo. Adesso gli interessi da pagare alla banca per finanziare la casa sono ai minimi storici. Il tasso fisso migliore sul mercato è intorno all’1,5% mentre quello variabile si muove intorno allo 0,90%. Assicurarsi ora un tasso vantaggioso potrebbe rivelarsi un buon investimento per gli anni a venire.

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