<strong>La replica del Presidente del Consiglio, Mario Draghi a seguito della discussione generale sulle Comunicazioni sugli sviluppi del conflitto Russia-Ucraina.
Questo il testo della replica:
Vorrei intanto ringraziare il Senato per la profondità , l’ampiezza e la sensibilità di tutti gli interventi. Ho ben poco da aggiungere se non rapide osservazioni.
Quando ci sono grossi cambiamenti, e quello che stiamo vivendo è più di un grosso cambiamento, la sensazione che tutti noi abbiamo è quella di entrare in un periodo completamente diverso da tutto ciò che abbiamo visto finora, un periodo esistenziale in cui il futuro cambierà radicalmente. Quando ci sono questi momenti la prima pulsione è quella di fare i conti con sé stessi e con gli altri, di dire ‘io avevo visto giusto’, ‘tu non avevi visto giusto’, ‘hai visto che io ho ragione’ oppure dire ‘io ho sbagliato, però c’erano dei buoni motivi’. Ho la sensazione che questo sia marginale.
Ora non è il momento di fare i conti con sé stessi e con gli altri. È il momento di fare i conti con la storia, non quella passata ma con quella di oggi e di domani.Â
E sono più chiaro. La nostra storia, tolti gli ultimi 80 anni, è una storia di massacri, di guerre, di tirannie, di dittatori, di guerra lunghissime, e questa è la storia secolare che ci ha accompagnato. Ed è questa storia quando mi riferivo alle liane della giungla che entrano nel nostro giardino di pace, è questa storia che sta entrando nel nostro presente e nel nostro futuro. E’ con questa storia che bisogna fare i conti. A questo punto il passato, quel che abbiamo fatto, gli errori, tutto questo è utile perché migliora la consapevolezza personale, ma è inutile se ci divide. Quello che abbiamo davanti è qualcosa che ci deve unire, è una battaglia perché il futuro, soprattutto il futuro dei figli, il futuro dei giovani, sia il più possibile conservato come è stato il nostro passato. Un passato di pace, di libertà . Quando succedono questi momenti di grandi cambiamenti, di grandissimi contrasti, la reazione è una reazione necessaria. Ma occorre essere attenti, occorre fare in modo che la reazione non cambi i nostri valori, altrimenti vince sempre l’avversario, vince quella storia che vogliamo tenere fuori dal nostro presente.
Tra questi valori, ho spesso parlato più volte di democrazia, di libertà , di pace, di desiderio di prosperità , ci sono anche le decisioni che avremmo preso recentemente per combattere il cambiamento climatico, c’è la transizione ecologica da difendere. Quindi quando noi parliamo di energia, dell’importanza di affrontare il presente, lo dobbiamo fare con la consapevolezza che è un momento, un momento che ci serve ad affrontare questa emergenza ma non cambia quello che abbiamo deciso circa l’importanza fondamentale di questa lotta al cambiamento climatico.
Secondo punto. Ho sentito prima dire che ci vuole più Europa, ci sono invocazioni e – in questo senso – sono invocazioni che poi lasciano il tempo che trovano perché nessuno le segue. In realtà quello che è cambiato oggi è che c’è più Europa, c’è più Europa. La risposta dell’Europa è stata pronta, ferma, rapida, forte e unità soprattutto. Questo è il gran cambiamento rispetto a quell’atteggiamento un po’ velleitario negli ultimi decenni, non anni, non mesi. Questa è una cosa importantissima. Ci vedevano impotenti, forse Putin ci vedeva impotenti, ci vedeva divisi, ci vedeva inebriati dalla nostra ricchezza: si è sbagliato. Siamo stati e saremo pronti a reagire, a ribattere. E non lo facciamo perché vogliamo difendere un nostro espansionismo aggressivo, sto pensando a quelli che dicevano che ‘noi vogliamo che la Nato vada dovunque’: no. Non lo facciamo per quello. Questo è quello che fa lui. Noi non lo facciamo. Noi lo facciamo per difendere i nostri valori.
Una terza considerazione riguarda la necessità della diplomazia, la necessità del dialogo. Ho sperato, come avete visto, che fino alla fine si potesse evitare questa mostruosità . Non ci siamo riusciti, in parte perché – secondo me – era tutto stato premeditato da tanto tempo.
Man mano che andiamo avanti, vediamo certe azioni: per esempio, le riserve della Banca centrale russa sono state aumentate sei volte dall’invasione della Crimea a oggi. Perché in quell’occasione effettivamente ci fu una grossa difficoltà . Come si fa di solito, alcune sono state lasciate in deposito presso altre banche centrali in giro per il mondo e altre depositate presso banche normali. Non c’è quasi più nulla, è stato portato via tutto. Queste cose non si fanno in un giorno, si fanno in molti mesi. Quindi non ho alcun dubbio che ci fosse molta premeditazione, molta preparazione.
Tornando al dialogo, bisogna pensare che alla fine da tutto ciò si uscirà con la pace e per arrivare alla pace ci vuole il dialogo. Ma ho l’impressione che questo non sia il momento.
Avete visto ieri il secondo e il terzo tentativo del presidente Macron di parlare, avete visto ogni volta che le dichiarazioni del presidente Macron sono smentite dalle dichiarazioni di fonte russa.
Quindi verrà un momento, e per questo occorre tenere sempre l’attenzione vigile, occorre afferrare quel momento quando si presenta. Ho l’impressione che ora non ci sia. Ma noi siamo pronti in ogni caso.
Oggi è un momento in cui il Senato ha discusso il fatto che i valori fondanti della nostra Repubblica sono minacciati. E in quest’occasione, di fronte a questa minaccia, il Senato ha voluto esprimere il suo sostegno al presidente Zelensky, agli Ucraini, all’azione di sostegno che l’Italia fa e farà sul piano umanitario e al governo.
E per questo voglio ringraziarvi.
COLLEGATA: Ucraina, le Comunicazioni di Draghi del 1 Marzo 2022 in Senato  VIDEO
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