Confiscati un’impresa e una società operanti nel settore agricolo, rapporti bancari, numerosissimi immobili ubicati tra la provincia di Catania e Messina.
La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Catania ha dato esecuzione ad un decreto di confisca di beni. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale etneo su proposta del Direttore della DIA, riguarda un imprenditore nel settore agricolo, Rosario Di Perna, con possedimenti anche a Belpasso, Biancavilla, Ramacca, Floresta e Patti.
Nel marzo del 2015, assieme al figlio Calogero e ad alcuni romeni, fu arrestato nel corso dell’operazione “Slave”. Secondo la Dia, aveva costituito un’associazione criminale che reclutava manodopera romena per l’impiego nelle campagne di Paternò, in assenza delle garanzie minime di tutela dei lavoratori. Tra le accuse, violenze e minacce, implicite ed esplicite, fino a reati di estorsione legati a un sistema di caporalato.
Il sequestro è anche conseguenza della legge numero 199 del 2016 che è intervenuta sulle sacche di illegalità che interessano il lavoro o perché non dichiarato (lavoro nero), oppure perché sintomo di sfruttamento di manodopera straniera. Vanno in questa direzione, infatti, l’aumento delle sanzioni previste per il lavoro nero e il potenziamento dell’attività dell’Ispettorato del lavoro.
Inoltre, incide anche il recente cosiddetto “Decreto sicurezza” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.281 del 3 dicembre 2018 la Legge 1 dicembre 2018, n. 132 recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate” che contiene anche una delle misure che agevolano il lavoro regolare degli stranieri in Italia.
In una recente circolare, la numero 5 del 28 febbraio 2019, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha fornito le linee guida che gli ispettori del lavoro devono seguire per contrastare il fenomeno del caporalato, dalle intercettazioni alle perquisizioni, tutti gli strumenti di indagine.
Dopo l’arresto, la Dia di Catania, guidata dal primo dirigente della polizia Renato Panvino, ha svolto accertamenti patrimoniali non solo sul conto di Rosario Di Perna, ma soprattutto sulle attività riconducibili ai familiari, anzitutto al figlio Calogero, titolare di un’impresa e cointeressato in una società inserita nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Il patrimonio sequestrato comprende un’impresa individuale e una società che operano nel settore agricolo, rapporti bancari, numerosissimi immobili.
A
dduso Sebastiano
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