A stabilirlo il Tar del Lazio confermando il provvedimento di scioglimento dell’agosto 2018 del Ministero degli Interni per infiltrazioni mafiose.
Il Consiglio dei Ministri nel luglio 2018 aveva sciolto per mafia il consiglio comunale di Vittoria. La proposta di scioglimento era stata fatta dal su proposta del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il decreto era stato firmato anche dal Presidente della Repubblica. Pertanto furono inviati tre Commissari prefettizi che hanno retto l’Ente locale e allo stesso tempo fu dichiarato decaduto anche il sindaco, Giovanni Moscato.
Lo scioglimento aveva seguito di poche settimane gli avvisi di conclusione indagine della Procura Distrettuale Antimafia di Catania e della relazione della Commissione d’Accesso inviata dal Prefetto di Ragusa. Le infiltrazioni risultavano chiare e palesi. Erano anche state denunciate dal giornalista di Modica Paolo Borrometi.
Adesso il Tar del Lazio ha confermato la legittimità del provvedimento con il quale nel luglio dello scorso anno è stato disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Vittoria (Ragusa) per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dell’Ente. Il ricorso amministrativo, presentato dall’ex sindaco Giovanni Moscato e dagli ex assessori e consiglieri comunali.
il Tar, dopo aver sottolineato che “il giudice amministrativo nell’esame delle impugnazioni dei provvedimenti di scioglimento, considerata la natura del procedimento dissolutorio, può esercitare solo un sindacato di legittimità di tipo ‘estrinseco’, senza possibilità di valutazioni che, al di fuori dell’espressione dell’ipotesi di travisamento dei fatti o manifesta illogicità, si muovano sul piano del ‘merito’ amministrativo”, ha osservato che “i fatti che hanno condotto allo scioglimento del consiglio comunale di Vittoria sono stati riportati correttamente negli atti prefettizi e costituivano un quadro indiziario più che sufficiente a condurre all’adozione della misura dissolutoria”.
La conclusione è che per i giudici “diversamente da quanto prospettato da parte ricorrente, il provvedimento gravato ha correttamente individuato la sussistenza dei presupposti di fatto che legittimano l’adozione del provvedimento” di scioglimento dell’Amministrazione “evidenziando, con argomentazione logica e congruente, la sussistenza di numerose circostanze fattuali, dalla quale si è logicamente inferita l’esistenza del condizionamento”.
Pochi giorni addietro, Vittoria era balzata alla cronaca per la dolorosa tragedia accaduta ai cuginetti Alessio e Simone, morti per essere stati travolti innanzi all’uscio di casa, da un suv a velocità dentro l’abitato, guidato da un figlio di capo mafioso della zona che si era messo allo sterzo dopo avere assunto cocaina e alcol “Due cuginetti, cui uno morto e l’altro grave, sono stati travolti da un suv davanti all’uscio di casa”, “È morto anche l’altro cuginetto, il piccolo Simone” e “L’immobile del commissariato era del clan”.
A
dduso Sebastiano
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