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Compravendita di sentenze, 7 arresti tra Giudici, imprenditori e autore televisivo

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Avevano trovato il modo di dar ragione al contribuente nei giudizi tributari in cambio di denaro. Arresti di giudici, imprenditori e autore televisivo.

Una mazzetta da 10 mila euro per aggiustare una sentenza su un ricorso da 35 milioni di euro presentato da un imprenditore dell’Agro nocerino-sarnese, un territorio collocato a metà strada tra Napoli e Salerno. È quanto emerge dall’inchiesta “Ground zero 2” che ha portato in manette sette persone tra giudici tributari e imprenditori delle province di Avellino e Salerno. È il prosieguo di una precedente inchiesta che aveva portato agli arresti 14 persone sempre per corruzione in atti giudiziari nell’ambito delle indagini sulla Commissione Tributaria di Salerno. Alcuni indagati, arrestati precedentemente, hanno svelato ulteriori episodi di corruzione.

I nuovi arresti di adesso sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Salerno su ordine della Procura salernitana. Fondamentali le informazioni ricevute da chi, già in arresto, durante gli interrogatori avrebbe ammesso le proprie responsabilità in relazione ad alcuni episodi di corruzione e avrebbe fornito notizie su altri indagati e su analoghi episodi.

I riscontri avrebbero così permesso di risalire ad altre 10 sentenze di secondo grado della Commissione tributaria regionale sezione distaccata di Salerno che sarebbero state pilotate a favore di privati in cambio di denaro. Grazie alle nuove indagini salirebbe dunque a 20 il numero di provvedimenti di secondo grado “fasulli” a partire dal 2016 al maggio di quest’anno. L’operazione era condotta per vincere il ricorso al contribuente in cambio di soldi.

Tra i capi di accusa provvisori per i quali il Gip ha ravvisato la presenza dei gravi indizi di colpevolezza, vi sono la cancellazione di un debito con l’Erario di oltre 35 milioni di euro ottenuto da una società di Sarno; per un’altra società di Angri l’indebito vantaggio ottenuto supererebbe i 5 milioni di euro; per una terza società, di Avellino, la somma contestata dal Fisco e annullata dai giudici raggiungerebbe quasi il milione di euro.

Tra gli indagati un professionista di Avellino che, dopo aver ricoperto per anni l’incarico di Giudice tributario a Salerno, da settembre del 2018 fa parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, il massimo organismo di autogoverno dei Giudici tributari a livello nazionale. Gli viene contestato il concorso in cinque episodi di corruzione in atti giudiziari, reati che avrebbe commesso non nella qualità di Giudice tributario, né di quella di Consigliere, ma come intermediario che agiva avvalendosi della conoscenza diretta del personale amministrativo e dei giudici tributari di Salerno.

Tra gli arrestati vi sono anche un Giudice tributario non togato, un segretario della Commissione tributaria provinciale, altri quattro tra imprenditori e commercialisti della provincia, oltre al produttore televisivo avellinese.

C’è infatti anche il professionista irpino Casimiro Lieto, autore televisivo Rai che è stato a La Prova del Cuoco, Miss Italia e recentemente a La vita in diretta Estate, tra i sette arrestati dell’inchiesta della Procura di Salerno sulla compravendita delle sentenze tributarie. L’accusa è corruzione in atti giudiziari. Secondo le indagini della Finanza, coordinate dal Procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale, Lieto avrebbe promesso un posto di lavoro al figlio di Fernando Spanò, presidente della quarta sezione della Commissione tributaria di Salerno e già coinvolto a maggio nella prima tranche delle indagini, per pilotare a proprio favore la sentenza relativa a un accertamento di quasi 230mila euro. Il ricorso di Lieto fu accolto il 14 luglio 2017 e la corruzione sarebbe avvenuta in concorso con Antonio Mauriello, già giudice tributario e attualmente membro del Consiglio nazionale della giustizia tributaria a Roma. Lieto e Mauriello sono finiti in carcere e per il primo viale Mazzini “ha avviato l’iter per la risoluzione del contratto di collaborazione”.

Lieto, come scrissero all’epoca molti giornali, era uno dei nomi in pole per la direzione di Rai 1, grazie alla sua vicinanza alla Lega e all’ex vice premier Matteo Salvini. Poi fu tenuto fuori dalla partita con la scelta di Teresa De Santis, proprio per evitare polemiche, visto che l’autore era molto legato a Elisa Isoardi, allora ancora fidanzata con il leader del Carroccio.

“I protagonisti di tali vicende, mostrando un individualismo forsennato capace con il danaro di travolgere anche le garanzie minime di uno Stato democratico, sono portatori di rara delinquenza certamente da arginare con l’applicazione di misure cautelari, scrive il Pip del Tribunale di Salerno, Pietro Indinnimeo, nell’ordinanza di custodia cautelare che dispone il carcere per sette indagati.

Gli arresti di oggi sono “il seguito della prima ordinanza di metà maggio quando ci furono già 14 arresti tra giudici tributari, consulenti, funzionari delle commissioni tributarie e imprenditori. Anche in questo caso sono emersi, sulla base di ulteriori approfondimenti, delle dichiarazioni rese da alcuni indagati elementi indiziari confermativi di ulteriori episodi di corruzione: ulteriori 10 sentenze pilotate per circa 40milioni di euro tra imposte, interessi e sanzioni in atti dell’ufficio dell’agenzia delle entrate, delle dogane e della guardia di finanza”. Così il generale Danilo Petrucelli, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, commentando l’operazione di questa mattina.

“In quest’indagine – prosegue Petrucelli – si incrociano due tipologie: la corruzione del pubblico ufficiale e l’evasione fiscale dove l’azione di contrasto dell’amministrazione finanziaria è stata frustrata da queste intese sottobanco tra funzionari della commissione tributaria e consulenti e imprenditori. Elemento di novità è che in questo caso è emerso il coinvolgimento anche di un funzionario della commissione tributaria provinciale mentre nella prima fase delle indagini tutti i casi di sentenze riguardavano il secondo grado di giudizio quindi la commissione tributaria regionale, sezione distaccata di Salerno”.

“L’arresto di uno dei principali dirigenti dell’informazione di Rai1, riferimento prima dei programmi della mattina e poi dei contenitori del pomeriggio, oltre che di tante altre produzioni, non può lasciare indifferente l’azienda. Giusto essere garantisti fino al terzo grado di giudizio, ma è evidente che le notizie che arrivano dalla Procura di Salerno hanno conseguenze pesanti sulla programmazione del principale canale Rai. L’azienda dica subito come intende agire”. Così il segretario della Commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Italia Viva), commenta la notizia dell’arresto dell’autore televisivo attualmente impegnato nel programma sportivo “La Domenica Ventura” su Rai2.

Vivicentro si era occupato del caso anche nell’articolo del 15 maggio 2019Salerno, corruzione in atti giudiziari: 14 arresti tra cui due giudici.

L’opinione.

Se ci si mettesse 24 ore di seguito, tra notizie e comunicati, si dovrebbe scrivere quasi solo di CORRUZIONE. L’Italia e specialmente la Sicilia sono state notoriamente e tutt’oggi, quanto altrettanto in modo dissimulato, una sparsa collettrice umana di corruzione e a tutti i livelli, dallo scranno più alto fino all’ultimo sgabello del sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico, da destra a sinistra, come pure trasversalmente in tutta la cosiddetta società civile, da quella blasonata alla popolana. Di certo tutto questo è la conseguenza di annose leggi deviare e ingannevoli, propugnate nel tempo da orde di Parlamentari e rispettivi Governi nazionali e regionali parimenti immorali dentro. Ma di sicuro è anche un annoso problema di ipocrita, se non anche assente e solo mistificata, educazione civile, da quella scolastica all’universitaria, soprattutto tra molti adulti e poi chiaramente verso i giovani che quasi sempre finiscono con l’emulare ed elaborare e in peggio i diffusi marci e arroganti esempi dei supposti “maturi”. La domanda è: Se ne uscirà mai e come ? 

A

dduso Sebastiano

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