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City-Napoli, lo studio tattico: così il Napoli è andato ko!

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span id="cch_fbad04c8d7c03c" class="_mh6 _wsc">Napoli e Manchester City sono due delle squadre che propongono il calcio più bello d’Europa e si è visto. I due allenatori Guardiola e Sarri si sono studiati a vicenda e hanno dato scena ad una partita bellissima. Nel primo tempo i padroni di casa si sono schierati con una sorta di 4-1-4-1 che in fase offensiva diventava addirittura un 3-2-4-1, con il terzino sinistro Delph che si avvicinava a Fernandinho, per iniziare a partire con la manovra d’attacco. Il Napoli è partito con il solito 4-3-3, con Zielinski schierato al posto di Allan ( con il senno di poi sarebbe stato meglio inserire il brasiliano, per l’apporto che ha dato al suo ingresso). Il capitano degli azzurri Marek Hamsik, ha avuto una giornata molto sfortunata, il suo compito era quello di contenere l’estro del belga Kevin De Bruyne, uno dei calciatori più forti e completi in questo momento. Pronti via e gli inglesi trovano subito il ritmo, imponendo il loro possesso palla ( al 30esimo minuto il raffronto era 74% a 26 %, cifre non da Napoli), con gli Azzurri che facevano fatica a trovare spazio, grazie anche alla grande trovata di Guardiola, che ha alzato di almeno 20 metri la linea di difesa facendo un pressing asfissiante. Diversi problemi per il Napoli sono nati anche dalla rapidità di pensiero di David Silva, il quale più volte ha visto la giocata molto prima di ricevere il pallone, creando scompiglio nella difesa azzurra. Nella ripresa i partenopei alzano visibilmente i ritmi, con il Manchester City che quasi interamente si abbassa dietro la linea del pallone, e iniziano a crearsi alcune occasioni. Guardiola chiede spesso ai suoi di giocare vicini e di far partire la manovra dal portiere Ederson, pur prendendosi qualche rischio, come in occasione del gol fallito da Hamsik. Il Napoli per sopperire a questo modo di giocare dei citizens ha cercato più volte di allargare il gioco, cercando l’incursione, come nell’episodio del rigore procurato da Ghoulam.

a cura di Mattia Longobardi

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