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Castellammare di Stabia

City-Napoli, una lezione che può essere salutare…

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Lo riporta Il Corriere del Mezzogiorno

I

l più sfrontato della squadra di Sarri, quello che non ha paura neanche dei diavoli, ha calciato senza neanche guardare il portiere. Ha abbassato lo sguardo, ha tirato debole e centrale. I rigori si sbagliano e la storia del calcio ci racconta di tanti errori dei «grandi», ma la paura di Mertens dice di più dell’errore in sè. Era stato onesto, Sarri, alla vigilia della partita, definendola una «sfida impossibile». Più onesto del collega Guardiola che rispetto al Napoli aveva gridato «wow». La sconfitta non è pesantissima nei numeri. Ma il risultato conta in maniera relativa, così come è relativo lo scatto d’orgoglio e di grande personalità che gli azzurri hanno avuto nel secondo tempo, trovando il gol su rigore con Diawara che, dieci anni in meno di Mertens, non ha avuto paura. Conta invece la consapevolezza che il giardino fiorito del Napoli si chiama Italia. Che i top player in maglia azzurra sono tali in senso assoluto entro i confini della serie A, del campionato che legittimamente la squadra di Sarri sta dominando. Il girone di Champions non passa certo dalla sconfitta all’Etihad Stadium, ma su quel campo è arrivata una battuta d’arresto che può essere addirittura salutare per la stagione «nazionale» del Napoli. Se gestita, a livello mentale, può dare ancora maggiore consapevolezza verso il raggiungimento del traguardo tricolore. Sarà importante metabolizzare il concetto «relativo» di grande, senza però viverlo come una diminutio. L’oggettività a Sarri non è mai sfuggita e siamo certi che la mezzora micidiale del City non l’ha sorpreso più di tanto. Ai suoi non aveva certo detto di mettersi lì ed aspettare, sarebbe stata idea suicida, ma lo strapotere degli avversari è stato nella forza del gioco e in quella mentale e fisica dei singoli. Ed è stato in quei trentacinque minuti iniziali che la partita è stata scritta. La ripresa è stata più sciolta, più a misura del Napoli, che ha potuto dar sfoggio di personalità e carattere. Sabato c’è l’Inter in campionato, nel giardino dove le rose possono e devono fiorire. Anche ripartendo dalla sconfitta di ieri.

 


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