Ciro, aggrappato al treno, viaggia per circa 9 minuti in equilibrio precario prima della tragica fatalità
S
econdo le ricostruzioni degli inquirenti della Procura di Napoli Nord, diretti da Francesco Greco, che indagano sulla morte dei 16enne Ciro Ascione, grazie a due video di pochi secondi che riprendono momenti diversi di quanto è successo, è stato possibile convincersi che la morte del ragazzo è stato un incidente.
Il ragazzo fa un salto dalla banchina e si aggrappa al predellino del vecchio treno regionale. In precario equilibrio per nove interminabili minuti in piedi sul pezzo di metallo e le spalle appoggiate alla porta. Per 10 chilometri contro il vento e la velocità del convoglio che arriva intorno centoquaranta chilometri orari. Poi una curva con la conseguente decelerazione del treno, ela perdita di un equilibrio molto precario. La caduta e la morte.
Con l’esame autoptico fissato per oggi, si cercherà di capire la reale causa della morte che per ora viene attribuita a un visibile colpo alla testa. Verranno effettuati tutti gli esami di routine, e si cercherà di risalire al momento della morte del ragazzo rispetto alla caduta dal treno.
Secondo le ricostruzioni degli eventi: sabato pomeriggio Ciro arriva a Napoli da Arzano per potersi incontrare con la fidanzata in via Toledo. La sera intorno alle nove il padre lo aspetta alla stazione di Casoria. Ciro accompagna la fidanzata a casa e prende la metropolitana per piazza Garibaldi ( c’è un video che lo riprende ai tornelli). Nella stazione il treno regionale: ha le porte a chiusura automatica ma ancora con il predellino per salire che restano all’esterno.
Ciro è in ritardo e questo lo conferma il primo video, in cui si vede il 16enne correre verso il binario, poiché vuole prendere quel treno e rispettare l’appuntamento con il padre. Non c’è nessun video che lo riprende mentre compie il salto sul predellino, ma un secondo filmato di una telecamera di un’azienda privata lo riprende sul piano d’appoggio dell’ultima carrozza rispetto al senso di marcia con il treno in movimento, a sei minuti dalla stazione di Napoli.
Dunque secondo gli inquirenti, Ciro trova un equilibrio precario che riesce a tenere fino a che il movimento del convoglio è rimasto costante, senza curve o scossoni. I piedi sul gradino, il corpo contro le porte. Il vagone del predellino dove si trova il ragazzo, e quello successivo non hanno passeggeri: sono stati chiusi dagli addetti per motivi tecnici. Resiste quasi per l’intero viaggio. Fino al punto in cui l’inclinazione della curva e la decelerazione lo allontanano da quell’appoggio improvvisato.
Cade all’indietro, finisce sul selciato, battendo la testa con violenza. Quattro giorni dopo il ritrovamento del ragazzo senza vita.
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