L’Agcom apre un’istruttoria sulle truffe telefoniche per capire se avviene sfruttando un bug nella rete degli operatori telefonici: i numeri ”ladri” da salvare come TRUFFA
Non tutte le telefonate sono sicure: lo sanno bene gli utenti italiani che, dopo aver ricevuto una chiamata da un numero apparentemente italiano, hanno risposto sentendo poi la linea cadere immediatamente. Automatico richiamare il numero, ma, senza saperlo, si inizia a pagare fino a esaurimento del credito.
La notizia dei numeri truffa era trapelata in rete diversi in mesi fa, grazie al tam tam mediatico degli utenti sui social e sui siti web, che avevano denunciato il numero ladro.
La truffa si era poi estesa anche ad altri numeri telefonici, tanto da far intervenire la Polizia di Stato, che aveva intimato agli utenti di non rispondere alle chiamate dai numeri “sospetti” e inserire i numeri segnalati in blacklist sullo smartphone, per tentare di aggirare il rischio di vedersi addebitati dei costi non quantificabili
I numeri “ladri”
La polizia sui propri canali social ha indicato diversi numeri, accomunati dal prefisso 02 che fa sospettare una telefonata da Milano, dando seguito alle segnalazioni pervenute nel periodo estivo:
+39 02 692927527
+39 02 22198700
+39 02 80887028
+39 02 80887589
+39 02 80886927
Ma la lista dei numeri da cui arrivano le telefonate-truffa potrebbe essere ben più lunga. Tuttavia, a quanto sembra, rispondere non fa scattare immediatamente l’addebito: l’utente comincia a pagare se richiama il numero, cosa che è tentato di fare dato che questo sembra “normale” e la comunicazione cade subito.
Attenti anche a Wangiri, altra truffa telefonica, mira a far rispondere l’utente e a decurtare il credito presente sul telefono (non solo cellulare ma anche fisso) semplicemente all’atto della risposta. All’altro capo del telefono in genere non risponde nessuno, ma più tempo si passa alla cornetta più credito viene eroso.
Un truffa talmente penetrante da aver provocato l’intervento dell’Autorità garante delle comunicazioni che, come riporta Repubblica, ha aperto una istruttoria “per capire se la truffa avviene sfruttando un bug nella rete degli operatori telefonici“, ha spiegato la stessa Agcom.
“A quanto risulta dalle prime indagini che stiamo conducendo con gli operatori” aggiunge la dichiarazione “succede così dopo che l’utente richiama: un box dei truffatori fa cadere la chiamata e ne fa partire subito un’altra, a carico dell’utente, verso un numero estero o ad alto prezzo. I proventi arrivano nelle tasche di chi ha architettato questo stratagemma“.
Come difendersi dalla truffa
Ad Agcom e agli operatori tuttavia, non è ancora chiaro come sia stato possibile violare la sicurezza delle reti per danneggiare gli utenti. Anzi, anche la Polizia di Stato, come riportato dal quotidiano milanese, ha riferito di non avere elementi aggiuntivi rispetto a quanto già segnalato e che tutto è ora nelle mani dell’Autorità e degli operatori, i quali stanno indagando per scoprire il meccanismo della truffa, l’eventuale bug nella rete, così da poter tutelare gli utenti.
Oltre ad adottare le
necessarie precauzioni per difendersi dalle chiamate incriminate (aggiungere i numeri segnalati alla blacklist, adottare cautela nel richiamare numeri sconosciuti, non rispondere in caso di telefonate sospette) che, tuttavia, non eliminano del tutto il rischio di cadere nel tranello, l’unica soluzione idonea a difendersi è quella di
inviare una segnalazione all’indirizzo ufficiale dell’Agcom.
Presentare una denuncia all’autorità, in caso di violazioni della normativa vigente da parte degli operatori di telecomunicazioni, è possibile utilizzando il modello D (qui sotto allegato) disponibile sul sito, che va compilato a schermo utilizzando il software gratuito Adobe Reader versione 9 o successiva oppure altro software equivalente.
Il modulo, redatto correttamente in tutti i campi obbligatori (segnalati da un asterisco e a pena di archiviazione immediata della denuncia), può essere corredato da documentazione afferente alla denuncia e va trasmesso, a pena di irricevibilità, esclusivamente a mezzo posta elettronica all’indirizzo email denunce_ugsv@cert.agcom.it. Se l’invio non è effettuato dalla propria casella di posta elettronica certificata (PEC), al modello va necessariamente allegata la scansione del proprio documento di identità.
Ai sensi della delibera n. 410/14/CONS, le denunce ritenute valide, vengono aggregate in modo da procedere a una valutazione d’insieme delle fattispecie segnalate e comportano l’avvio di una fase c.d. preistruttoria di approfondimento nei confronti dell’operatore che si svolge con richieste di chiarimenti e di documentazione o anche con ispezioni.
A conclusione della fase preistruttoria, la denuncia può essere archiviata laddove risulti infondata oppure può esitare nell’avvio di un procedimento sanzionatorio nei confronti dell’operatore responsabile della violazione.
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ivicentro.it/l’esperto
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