È
diventato virale il video trovatosi ad andare in rete sulla pagina FB del Sindaco di Cerignola, Franco Metta. Pagina dove, c’è da annotare e non dimenticare o far finta di non capire, andava – in DIRETTA – la cerimonia di inaugurazione che Metta intendeva trasmettere e documentare il che, pertanto, è cosa ben diversa da quella che alcuni (troppi) hanno provato a far passare e cioè: il lancio del video in se e per se, tanto per ….. e in modo avulso PER CUI ha suscitato tanti ma tanti commenti fuori luogo, fuori contesto e COMUNQUE inappropriati sulla scia di quello che ormai si ama definire “correttezza” mentre in realtà è solo buonismo lanoso e, alla fin fine, menefreghismo dato che è anche la via più semplice e facile da seguire. Secondo “queste persone” e per non indignarle, il Sindaco magari avrebbe dovuto premiare il ragazzo o, quantomeno coccolarlo e consolarlo per la bocciatura e questo anche se, evidentemente ed inconfutabilmente, il bambino di ciò proprio non poteva fregargliene di più.
Persino a livello chiaramente politico ci sono stati commenti, questi sì fuori buon senso e ragionamento serio e corretto, per niente SERI e, tra questi ad esempio, quello dei GIOVANI DEMOCRATICI (de che? ma quando mai? ma come? ecc ecc verrebbe da chiedersi, ed io me lo chiedo) che qui riporto in rigido copia/incolla dell’illuminato pensiero con, a seguire, il video della presunta colpa:
Il video del volgarissimo rimprovero del Sindaco di Cerignola nei confronti di un bambino appena bocciato. Il problema non sta nel rimprovero in sè per sè quanto nel volgarissimo linguaggio utilizzato dal primo cittadino, nel contesto in cui opera tal rimprovero e nel fatto che il video di questo accadimento è stato trasmesso in diretta streaming sulla pagina facebook di Franco Metta, dove è tutt’ora disponibile, senza alcuna tutela per quel minore. Vergogna!
PER QUESTI MOTIVI CI CHIEDIAMO… SE QUESTO E’ UN SINDACO!?
E questo è!
Il sindaco finito nel tritacarne mediatico dei Quaquaraquà del moderno (e facile) pensare si è difeso sul social network scrivendo:
“Polemiche sul mio rimprovero al ragazzino, ieri sera? Si era vantato di essere stato bocciato. L’ho rimproverato, duramente e lo rifarei cento volte. Dopo l’ho tenuto abbracciato per tutto il tempo e gli altri ragazzini mi passavano di fianco e mi sussurravano di essere stati promossi. Io sono la vostra ossessione!
Che dire. Bene, bravo! E’ ora di finirla con questo lassismo che tutto perdona e su tutto sorvola in nome di un comodo e “peloso” senso civile che – in realtà – è menefreghismo assoluto che porta a tanti sfaceli a partire dalla scuola, tanto per restare in argomento, dove, da quando per un malinteso senso di modernità si è abolito – ad esempio – il LEI tra Maestro o Prof ed alunno o studente e si è passato ad un VOLGARE (questo si lo è) TU che demolisce ogni ponte di quella distanza e di diverso livello che deve essere alla base di un rapporto tra persone di diversa età e, soprattutto, di diversa funzione si è giunti allo sfacelo attuale in cui versa la cosiddetta scuola moderna. Inutile girarci attorno, il TU porta alla “confidenza” e da questa all’abuso della stessa e, comunque, alla mancanza di rispetto, il passo è breve anzi … non c’è alcun passo da fare: si è già oltre.
BASTA. Altro di mio non aggiungo e mi permetto di far chiudere l’argomento all’ottimo GRAMELLINI che, nel suo Buongiorno odierno su La Stampa, così – nel merito – si esprime. Buona lettura e …. smettiamola di scegliere la strada breve e comoda del facile buonismo e ricordiamoci un vecchio detto: il medico pietoso fa la piaga cancrenosa. Ecco una santa verità ed è su questa scia che, secondo me – ed anche Gramellini – si è inserito il Sindaco confidando che, dopo la ramanzina, chissà, può darsi, forse, magari …. il ragazzino si ravvederà e, se non lui …. almeno molti dei tanti altri che lo hanno sentito; è questo sì che vale!
STANISLAO BARRETTA
Lo stupido che sei. MASSIMO GRAMELLINI
Circola in Rete un video dove il sindaco di Cerignola apostrofa in modo colorito un bimbo che con un certo orgoglio gli ha appena detto di essere stato bocciato a scuola. Se chiudi gli occhi, sembra di ascoltare Checco Zalone. Se li apri, ti appare un forsennato con la fascia tricolore che inveisce contro una creatura colpevole di esibire la bocciatura come una medaglia. «Lo stupido che sei!» è la frase preferita del checco-sindaco, che al piccolo strafottente impartisce una paternale del secolo scorso, rispetto alla quale ci si sente strattonati da sentimenti opposti: indignazione e nostalgia. Forse a un bambino certe cose andrebbero dette in altro modo. Ma è fuori discussione che qualcuno deve dirgliele, in quest’epoca di genitori fin troppo montessoriani, a costo di ferire la sua sensibilità. Altrimenti si rischia di fargli fare la fine di quel tale che all’esame di maturità si vantò dei suoi bassi voti in matematica e fisica sostenendo che si trattava di materie da ragionieri, senza sapere che il presidente della commissione era un ragioniere. Il membro interno gli sferrò un calcio poco montessoriano da sotto il tavolo, ma era troppo tardi. Lo studente presuntuoso si vide abbattere il giudizio finale di cinque punti. Una botta da cui non si è mai più ripreso, tanto che oggi scrive corsivi in fondo alla prima pagina della Stampa.
Il bambino mortificato dal sindaco è rimasto abbracciato al suo aguzzino per un buon quarto d’ora. Segno che la lezione l’ha imparata e forse persino gradita. Qualcosa mi dice che il prossimo anno sarà promosso a pieni voti.
vivicentro.it/opinione – lastampa / Lo stupido che sei. MASSIMO GRAMELLINI
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