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a terra trema, l’Italia trema come mai prima d’ora. La neve cade copiosa e blocca migliaia di persone in casa, rallenta i soccorsi e le vie di fuga. È un incubo che si ripete per le popolazioni già colpite dai sismi del 2016. Quattro scosse raggiungono magnitudo 5 in meno di 24 ore. «Non si era mai vista una serie di terremoti succedersi con queste modalità», spiegano dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Per Mario Tozzi le maxi-scosse in rapida successione sono state provocate dal fenomeno del «contagio laterale».
“Aiutateci, non riusciamo neppure a scappare”
Dopo il sisma, nei paesi dell’Abruzzo centinaia di persone imprigionate dal gelo. Sul Gran Sasso slavina investe un hotel: notte d’ansia per venti ospiti
L’epicentro del sisma è a una trentina di chilometri da qui, a Montereale, a cui si arriva inerpicandosi sulla statale Picente avvolta da una bufera di neve. Una zona sepolta da più di un metro di neve, un manto bianco che il terremoto ha trasformato in una prigione. Difficile uscire di casa, allontanarsi, mettersi al sicuro. A pochi chilometri, a Campotosto, un uomo è stato travolto da una valanga. Il fratello guida i soccorsi nelle ricerche, ma le condizioni atmosferiche le rendono impossibili.
La neve rallenta le comunicazioni velando la giornata di un mesto e falso ottimismo sulla conta delle vittime. Ma in serata la speranza cede. Il cadavere di un uomo anziano viene recuperato dalle macerie di un edificio crollato a Castel Castagna (Teramo). Mentre a Farindola (Pescara) una valanga avrebbe investito l’hotel Rigopiano, alle falde del Gran Sasso. Secondo quanto si apprende sarebbero una ventina i clienti registrati all’hotel. A questi si aggiungono i dipendenti. Impossibile comunicare, tutti i telefoni risultano muti. E i lavori dei soccorritori sono rallentati dalla bufera.
La Protezione civile parla di «condizioni estreme» e invia più uomini e mezzi così come la Difesa. Predisposti i servizi anti-sciacalli. «Diverse zone non sono state raggiunte, abbiamo contatti ma molte zone sono isolate. Il tutto è reso più difficile dalla viabilità», ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha anche invitato a evitare spostamenti.
A Montereale e nei comuni vicini ci si rifugia al campo sportivo allestito per gli sfollati. In pochi sfideranno la «faglia maledetta», come la chiamano qui, che da agosto gioca con la loro vita. «La popolazione è allarmata. Abbiamo aperto la struttura comunale e le persone stanno confluendo lì: il 90% delle persone non dormirà a casa stanotte», conferma Maurizio Pelosi, sindaco di Capitignano.
«Siamo per strada, sommersi dalla neve e non riusciamo nemmeno a scappare». Sono tante le telefonate che arrivano alle forze di polizia. Serena, che vive a Marucci, una frazione di Pizzoli, è disperata, cerca la mamma che si trova in una casa di riposo di Montereale. «Siamo in una situazione apocalittica», urlava ieri mattina il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, intrappolato anche lui dalla neve, invocando l’arrivo della Forestale. «Siamo prigionieri in casa». Le forze dell’ordine hanno requisito i trattori dei privati per liberare le strade e permettere di raggiungere frazioni e paesi isolati dalla neve nell’area dell’epicentro.
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha disposto l’apertura del Centro Operativo Comunale e ha messo a disposizione edifici comunali per l’accoglienza delle persone. Anche se sono in tanti in città a non volere abbandonare le case. «Conviviamo dal 2009 con il terremoto e ormai non abbiamo neanche più paura», dice Mauro, piccolo imprenditore edile. «Qui abbiamo le nostre vite, i nostri ricordi, i nostri morti e dobbiamo venire a patti con questa terra».
vivicentro.it/cronaca
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