Acquistabili nel comune di Catania. Una vicenda turpe sulle famiglie delle Forze dell’Ordine che si trascina da quasi dieci anni.
“Oggi avviamo la procedura per acquistare alloggi da destinare a uomini e donne delle Forze dell’ordine nel Comune di Catania, rimediando a un errore di ben quindici anni fa. Decine di famiglie di appartenenti ai corpi dello Stato, residenti nel quartiere Librino, sono state sottoposte a sfratto per una vertenza fra la Regione e la ditta che costruì i loro alloggi in viale Bummacaro. Il Governo del presidente Nello Musumeci, a dicembre, aveva assunto l’impegno a non abbandonare le famiglie. Adesso lo mantiene, con un’operazione dal valore di circa tre milioni di euro”.
Lo rende noto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, a proposito della pubblicazione del bando finalizzato all’individuazione di alloggi che la Regione Siciliana intende acquistare, nel territorio comunale di Catania, per le finalità di cui alla legge regionale 31/12/85 n. 54, “Acquisto di alloggi per le forze dell’ordine impegnate in Sicilia nella lotta contro la criminalità mafiosa”. Iniziativa legata alla vicenda delle famiglie di membri forze dell’ordine, residenti nel quartiere Librino di Catania, sottoposte nelle scorse settimane a sfratto.
“Prima abbiamo approvato una specifica norma all’Ars – prosegue Falcone – e ora emaniamo un apposito bando utile alla stesura di una graduatoria di abitazioni, ubicate a Catania, idonee a essere acquistate dalla Regione. I nostri tecnici valuteranno trilocali e quadrilocali fino a 104,50 m² e dal valore non superiore ai 100mila euro, provenienti dal mercato di tutte le zone della città. Entro il 31 marzo – conclude l’assessore alle Infrastrutture – dovranno pervenire le manifestazioni di interesse dei privati, poi la Regione potrà acquistare le case e darle in affitto, a canone agevolato, alle famiglie sfrattate”.
La questione è annosa ed è iniziata con il precedente Governo Regionale Siciliano di centrosinistra il cui Presidente era Rosario Crocetta.
Una sentenza aveva condannato nel 2013 la Regione Siciliana alla restituzione di un palazzo di edilizia convenzionata in cui risiedevano le famiglie delle Forze dell’Ordine di Catania. La ditta doveva anche ricevere un indennizzo da 1,6 milioni di euro, ad un’ammenda di 18 mila euro per ritardo di ogni mese nella restituzione degli alloggi.
Il motivo del contendere era stato che la ditta costruttrice, la Fasano Costruzioni, non aveva avuto pagato dalla Regione Siciliana il saldo dei lavori, pari a 450 mila euro, ovverosia allora il 15 per cento dell’appalto.
Erano 60 gli alloggi con relativi garage acquistati dalla Regione nel 1988 e assegnati con regolare concorso a famiglie di Carabinieri, Finanzieri e Poliziotti impegnati nella lotta alla mafia.
Famiglie all’epoca abbandonate due volte: prima lasciate vivere in un edificio fatiscente e pericolante e dopo, tenute all’oscuro della contesa giudiziaria tra l’impresa e la Regione Siciliana e, quasi sloggiate grottescamente, tanto da ricevere una la lettera di sfratto nonostante avessero continuato per 25 anni a pagare un regolare canone affitto.
L’invito a lasciare gli alloggi arrivò durante le festività di Natale 2019 alle 60 famiglie delle Forze dell’Ordine, ad inviarlo fu l’assessorato regionale all’Economia che entro e non oltre trenta giorni chiedeva di sgomberare l’immobile ‘occupato’.
Ma l’aspetto più oltremodo incomprensibile e dannoso, è stato che l’Ufficio regionale competente (GUARDA CASO) non presentò ricorso alla sentenza.
Di fatto così anche gli inquilini, cioè le famiglie delle Forze dell’Ordine, erano divenuti persino abusivi.
Sicché la sentenza è divenuta esecutiva ad ogni effetto. E chiaramente anche il risarcimento, dopo tutti questi anni, di certo oggi assume cifre milionarie (tanto pagano alla fine i buoi-contribuenti, quelli con i beni da sempre alla luce del sole o che dichiarano il reddito l’altra metà se non persino tre/quarti dorme sonni tranquilli).
span style="font-size: 14pt;">Arriviamo all’anno scorso
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Nonostante il nuovo Governo regionale di centrodestra, il cui Presidente e Nello Musumeci, sia stato eletto a novembre del 2017, solo verso la fine di aprile 2020 c’è stato all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) il via libera dalla IV Commissione Bilancio per l’emendamento alla Finanziaria regionale che consentiva di utilizzare gli ex Fondi GESCAL per nuovi alloggi destinati alle famiglie delle Forze dell’Ordine. In questo modo, l’assessorato regionale alle Infrastrutture aveva dato seguito a quanto aveva annunciato nei mesi precedenti a proposito dell’increscioso caso dello sfratto nel palazzo di viale Bummacaro 3 a Librino, quartiere della città di Catania.
Sennonché il 15 ottobre 2020 è arrivata la sentenza del Tribunale di Catania che ha disposto il sequestro degli immobili di Viale Bummacaro 3 a Librino (ancora abitati da famiglie delle Forze dell’Ordine).
Ad inizio di questo 2021, l’attuale Governo Regionale Siciliano di centrodestra ha avviato la procedura per l’acquisto in un nuovo immobile, ove verranno trasferite le sopracitate famiglie.
Nel mentre che si trova questo immobile e si salda il dovuto alla ditta vincitrice della lite, il danno finanziario – causato di tutta evidenza in questa vicenda (tranne per chi non può o non vuole vedere) da politici e funzionari regionali – continua a crescere e lo pagheranno i cittadini, come sempre e come al solito in Italia e specialmente in Sicilia.
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