Catalogna. Migliaia di catalani già in coda nei seggi per il referendum che può cambiare il volto della Spagna (e dell’Europa): cariche della polizia, primi feriti. Ma il vero interrogativo è cosa accadrà dopo
- 8.50: Secondo i media spagnoli Puidgemont ha annunciato che si potranno stampare a casa le schede referendarie e portarle ai seggi
8.15: Il Governo catalano ha annunciato a sorpresa che tutti gli elettori che ne abbiano diritto potranno votare in qualunque locale adibito a seggio.
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uarant’anni dopo il ripristino della Generalitat e la creazione del più grande governo autonomo della storia della Catalogna, i governanti della regione iberica hanno deciso di chiamare alle urne gran parte della cittadinanza per un referendum che mette in pericolo l’idea stessa di Spagna, come scrive El Pais.
La sfida dei leader politici della Catalogna è senza precedenti, scrive El Mundo, il capo del governo spagnolo, Mariano Rajoy, ha promesso di impedire il referendum, ma nessuno è in grado di prevedere cosa succederà oggi, tanto meno le conseguenze che al vittoria del Sì potrebbe avere.
La secessione da Madrid non è una tradizionale forma di nazionalismo, ma una “spinta” che migliorerà il grado di democratizzazione di tutta la Spagna, ripete il leader indipendentista Gabriel Rufián (Politico). Al di là di come andrà il referendum – che è, in effetti, una consultazione illegale, scrive l’Economist, l’atteggiamento della Catalogna è la dimostrazione di un fallimento del modello di devolution spagnolo, nota il Financial Times. Resta poi da capire cosa succederà dopo il voto e quale potrebbe essere il futuro economico di un’ipotetica Catalogna indipendente (Nyt).
Intanto i seggi sono aperti a Barcellona e in altre città della Catalogna per partecipare al referendum sull’indipendenza. Fuori dai seggi si sono formate lunghe code di persone che già dall’alba si erano messe in fila per esprimere la propria opinione.
Ma la polizia nazionale ha iniziato a intervenire già qualche minuto prima dell’inizio della votazione per impedirla. Alcune persone state ferite.
A Girona per impedire al presidente della Catalogna Carles Puigdemont di votare la Guardia civil è intervenuta sfondando l’ingresso di una scuola ed entrando.
“Siamo stati costretti a fare quello che la polizia catalana non ha voluto fare perché ha messo innanzi ai doveri professionali quelli politici”, ha detto un portavoce del governo di Madrid.
A difesa dei seggi della Catalogna starebbero arrivando i pompieri baschi.
Per considerare il voto valido basterà recarsi in qualsiasi seggio e portarsi la scheda stampata da casa e la carta d’indetità. Una mossa resa nota stamane dal governo della Catalogna, per arginare l’offensiva di Madrid che ha sta cercando in tutto i modi di evitare il voto dopo la pronuncia della Corte Costituzionale spagnola che ha dichiarato illegale il referendum.
Le autorità catalane hanno programmato sulla carta più di 2.300 seggi elettorali per circa 5,3 milioni di elettori chiamati fino alle 20.
Secondo i sondaggi, non c’è sostegno maggioritario per l’indipendenza tra i catalani e quindi solo uno spagnolo su sei andrà a votare ma, poiché non è previsto il quorum, in teoria basterebbe che un solo cittadino si esprimesse per il Sì e dal 3 ottobre nascerebbe la Repubblica di Catalogna, con a capo l’attuale presidente Carles Puidgemont.
Nella realtà, la partecipazione è considerata critica: un numero elevato consentirebbe ai secessionisti di dichiarare di avere un mandato di indipendenza, mentre un numero basso potrebbe compromettere seriamente i tentativi di essere presi seriamente.
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